Carletti con i Nomadi a Porto Sant'Elpidio per aprire il Blu Summer Festival: «Noi sempre coerenti con le nostre idee»

I Nomadi
I Nomadi
di Chiara Morini
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Martedì 10 Agosto 2021, 10:36

PORTO SANT'ELPIDIO - Saranno i Nomadi, alle ore 21 di oggi, martedì 10 agosto, ad aprire il Blu Summer Festival all'arena ex Orfeo Serafini di Porto Sant’Elpidio. La band, fondata nel 1963 da Beppe Carletti e dal compianto Augusto Daolio, è in tour con il suo nuovo album di inediti “Solo esseri umani” (info: 3711561649), e dopo Porto Sant’Elpidio sarà anche a Fano, il prossimo 16 agosto, alle ore 21, al teatro arena Bcc (info: 0717592053). 
Beppe Carletti, nelle tappe marchigiane, porterete solo il nuovo album o anche brani della vostra storia?
«Porteremo sicuramente il nuovo album, ma suoneremo e canteremo anche i brani del nostro cammino. I brani storici intendo, quelli che ci hanno fatto conoscere, come “Io vagabondo”. Vedere che molti ascoltano e cantano ancora le canzoni del nostro passato è un vero onore. Sono brani popolari e immortali e siamo felici di questo».
Cosa manca, se manca, alla musica di oggi per essere immortale?
«Senza nulla togliere alla qualità, non discuto di questo aspetto, non credo che le canzoni di oggi saranno ricordate e cantate anche fra quarant’anni, è tutto diverso. È cambiato il modo di scrivere i brani e la musica, e poi, parlare ai giovani, oggi, è molto più difficile di quanto non lo era per noi all’epoca».
Perchè avete scelto “Solo esseri umani” per il titolo dell’album che porterete ai concerti? 
«Ci siamo ispirati al periodo che stiamo vivendo. Con l’aria che tira, in un anno particolare come questo che abbiamo vissuto i rapporti umani si sono annullati, tra le persone invece si è rafforzato il dialogo interiore. Il nostro è stato un lungo periodo creativo, con la mente verso chi non c’è più, e guardavamo avanti con speranza, che non deve morire mai. Col passare del tempo le canzoni arrivavano e ci lasciavano un segno interiore. Siamo tornati all’autenticità dei rapporti umani».
Che messaggio e che storia raccontate con questi nuovi brani?
«Le nostre solite. Siamo sempre noi, i Nomadi, coerenti con le nostre tematiche. Canteremo l’amore, a 360°, i valori, la vita. Ripeto a noi Nomadi piace raccontarci così, la musica e le canzoni sono il mezzo per farlo».
“Il segno del fuoriclasse” è un brano dedicato ad Augusto Daolio: perché è arrivato solo adesso? 
«Ogni anno organizziamo un evento, il “Nomadincontro”, durante il quale assegniamo il premio Augusto Daolio città di Novellara. Lo ricordiamo sempre. Fare una canzone prima non era ancora ora, non volevamo essere tacciati di opportunismo. Però ora era arrivato il momento ed ecco il brano dedicato alla sua memoria». 
Il brano cui siete più affezionati? 
«Posso rispondere che non ce n’è uno in particolare? Sono tutti “nostri”, ci raccontano. Il o i preferiti dipendono dal momento, dal nostro stato d’animo». 
La canzone che invece ancora non avete scritto?
«Ci sembra che ormai abbiano raccontato quasi tutto. Ma vede, la musica non è solo oro, quindi lavoro, per noi è una vera e propria passione. Io ho cominciato a 9 anni, e ancora sono qua». 
Altre cose in vista? 
«Per ora siamo in tour con il nuovo disco, riabbracciamo il nostro pubblico, trasversale per età, ovviamente rispettando i limiti e le prescrizioni che la situazione richiede.

Poi vedremo».

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