CASTELFIDARDO - Un amore antico quello tra Castelfidardo e la fisarmonica, che si rinnova ogni giorno, ma che con il Pif, ha trovato un rinnovato slancio anche per il futuro. Imponenti i numeri dell’edizione 46 che ha animato l’intera città fidardense la scorsa settimana. Più di 200 i concorrenti arrivati, 20 le nazioni rappresentate dai partecipanti, oltre 60 gli eventi che si sono susseguiti nei giorni del Premio: audizioni, premiazioni, presentazioni, e non solo. Anche seminari, incontri, mostre e ovviamente concerti, che hanno visto live con ospiti dai nomi davvero importanti. Tutto ha contribuito a far emergere la versatilità della fisarmonica, in grado di accomunare ogni tipo di genere musicale.
Il bilancio
«Gli ospiti illustri, l’ampio respiro musicale e artistico, i diversi generi che si sono incontrati a Castelfidardo – il commento del direttore artistico Antonio Spaccarotella – hanno segnato una nuova fase, di rinascita per la manifestazione». Rinascita doveva essere la parola d’ordine alla vigilia, e rinascita è stata: il ritorno in presenza, innanzitutto, dopo lo scorso anno ai tempi del Covid. Le novità che ci sono state, poi, tra cui un’orchestra residente a disposizione del Premio per tutta la durata dello stesso.
«Ho voluto studiare una formula nuova, per promuovere la fisarmonica non solo come uno strumento popolare o di nicchia, di folklore o di poco utilizzo, ma uno strumento capace di inserirsi in un contesto culturalmente poliedrico», prosegue Spaccarotella.
I concerti
Il momento clou, è stato quello di chiusura: sabato sera, con un doppio concerto. Prima il duetto tra le fisarmoniche di Antonello Salis e Simone Zanchini, poi lo stesso Salis che ha suonato insieme a Stefano Bollani. Emozioni a non finire anche per gli altri ospiti. Eugenio Bennato, che aveva aperto la serie di concerti, ma anche Silvia Mezzanotte con il suo “Duettango”, Ksenija Sidorova, e Filippo Arlia.
Quest’ultimo, straordinario pianista, è direttore dell’orchestra Filarmonica della Calabria, che a Castelfidardo è stata l’orchestra residente del festival. «Ospiti importanti – prosegue ancora il direttore artistico -, grazie ai quali è stato possibile intercettare i target più disparati tra i partecipanti e far risaltare i nuovi linguaggi compositivi». Il repertorio di composizioni native per fisarmonica non è ancora molto sviluppato: ciò rende la stessa fisarmonica uno strumento “giovane”.
Al Pif è stata presentata, ed eseguita dai finalisti, quindi anche dal vincitore Julien Bautemps, una composizione inedita dell’ucraino Volodymyr Runchak. E per il futuro? Il Pif 2021 ha gettato le basi. «Il direttivo del premio si è mostrato lungimirante – chiude Spaccarotella -. Anche grazie a questo abbiamo avviato un dialogo con la città di Cremona per fare rete tra distretti ad alta vocazione artigianale e ottenere il riconoscimento della fisarmonica nel patrimonio immateriale Unesco.