Safonov protagonista a Pesaro in “Riding Tristocomico”: «Voglio accendere la coscienza della gente»

Arianna Porcelli Safonov
Arianna Porcelli Safonov
di Elisabetta Marsigli
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Mercoledì 7 Luglio 2021, 16:18

PESARO - Arianna Porcelli Safonov sarà protagonista in “Riding Tristocomico”, questa sera alle ore 21 nell’arena di Miralteatro a Pesaro. La comicità come pensiero critico, la creatività come indagine sociale, l’osservazione profonda di costumi contemporanei sono la cifra identitaria della Safonov, impegnata nella ricerca di una satira senza veli, mai volgare né banale, per ridere con consapevolezza. 
La creatività come indagine sociale, funziona?
«Sì quando ci viene consentito, tranne in questo ultimo anno, data la pandemia, in cui non è stato possibile fare particolari indagini sociali, anche se l’occasione che ci è stata data ha dato modo di vedere come siamo fatti, come reagiamo. Tutto è utile in fondo».
Che cosa è la comicità intelligente? 
«Che la comicità intelligente e la satira in generale facciano un indagine sociale è vero, ma è anche vero il contrario: ovvero, a seconda della comicità con cui abbiamo a che fare è possibile misurare la temperatura di come siamo fatti. Che oggi non ci sia più una comicità “Luttaziana”, per me un esempio, ci fa capire che forse siamo talmente stremati da non voler pensare e la comicità contemporanea tende a non voler far pensare, mentre invece mai come oggi c’è necessità di creare un pensiero che sia il più valido possibile. Il mio esperimento è portare “serietà” nella comicità, per formare una coscienza critica o alimentare quella che ci è rimasta». 
Ridere fa bene come pensare? 
«In realtà la gente è disposta a pensare, anche se, soprattutto in ambito televisivo trovo spesso autori che credono che il pubblico non capisca. Non è vero. È come tendere a stimolare il consumo del cibo istantaneo di un fast food, rispetto alla ricerca di alimenti sani, che ci fanno bene: la comicità intelligente, quindi, è buona alimentazione». 
Manca in tv, e in teatro, la comicità intelligente? 
«Manca il coraggio, da parte degli operatori di proporla, nonostante ci sia tanta gente in gamba. Manca il coraggio di una proposta etica. Oggi chi vorrebbe fare un certo tipo di satira, soffre la limitazione di non poter lavorare. Per questo la rete ti dà ancora molta libertà e democrazia». 
In un mondo dove le lauree si prendono su Internet, come riportare le persone a una connessione reale con il presente? 
«Non ho una ricetta a riguardo, a scuola ero una capra, ma ben venga qualsiasi modo in cui si ha accesso allo studio. C’è superficialità, è vero, oggi si leggono solo i titoli: occhio quindi al titolo di questa intervista. Per noi vale la stessa cosa, dovremmo sintetizzare un discorso in 30 secondi? Comicità e giornalismo hanno l’obiettivo sacro di aiutare la gente a differenziarsi: oggi, la diversità di pensiero è un bene di lusso».
E su cosa ci farà riflettere a Pesaro?
«Ci saranno i vecchi monologhi, più spensierati, ma quelli più recenti direi che sono “pensierati”, che attraversano l’epicentro del pensiero unico.

Ci sarà una guida rispetto alla moda dell’ “offesa universale”: come salvarsi senza offendere nessuno. Parleremo di Amazon e di come siamo diventati dopo il covid, di femminismo e maschilismo e di come riavvicinare i due generi. Ci sarà un sorriso un po’ amaro a volte, ma in cui c’è speranza». 

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