Pesaro riscopre il belcanto, Non più solo Rossini ma dal 2022 un festival estivo dedicato all’intero repertorio lirico

Saul Salucci, Rudold Colm, Concetta Assenza, Catia Amati ed Ernesto Palacio dopo la presentazione del festival lirico pesarese dedicato al belcanto
Saul Salucci, Rudold Colm, Concetta Assenza, Catia Amati ed Ernesto Palacio dopo la presentazione del festival lirico pesarese dedicato al belcanto
di Elisabetta Marsigli
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Mercoledì 21 Luglio 2021, 08:59

PESARO - Pesaro, Città della Musica Unesco, si prepara a diventare il punto di riferimento del belcanto italiano: non solo Rossini dunque, ma nel periodo storico che va dal 1790 al 1830 e che idealmente può essere racchiuso tra gli anni della morte di Mozart e quelli della vita artistica di Rossini, tantissimi compositori italiani, alcuni dei quali caduti nell’oblio, hanno realizzato un patrimonio di straordinario valore per la storia dell’opera lirica italiana ed in generale per la cultura.

 
Il progetto
L’idea di Rudolf Colm, un milanese appassionato di musica di quel periodo, amico di Pesaro e del Rossini Opera Festival, di riscoprire e recuperare le opere appartenenti a questo prezioso periodo italiano, ha trovato subito l’approvazione e la sinergia dell’Orchestra Sinfonica G. Rossini (direttore artistico Daniele Agiman e presidente Saul Salucci) e del Comune di Pesaro (Assessore alla Bellezza Daniele Vimini).

La portata del progetto ha poi aperto a contatti illustri: il Rof e l’Accademia Rossiniana Alberto Zedda (entrambe rappresentate da Ernesto Palacio); la Fondazione Rossini (direttore scientifico Ilaria Narici, segretario generale Catia Amati); il Conservatorio Statale di Musica G. Rossini (direttore Fabio Masini, docente Concetta Assenza). Grazie a questa straordinaria disponibilità di competenze artistiche ed organizzative, è nata così l’idea di dar vita ad un Festival lirico.

Si è scelto il titolo “Il Belcanto ritrovato” e la realizzazione della I edizione sarà nell’estate 2022 nella Città della Musica marchigiana.


La mission
L’intento di questo festival, forse unico in Italia, è quello di recuperare e fare conoscere, sia a livello nazionale che internazionale, autori italiani di quel periodo attraverso rappresentazioni operistiche, concerti, conferenze e convegni musicologici di approfondimento.

Dalla scelta del repertorio all’individuazione dei testimoni musicali, dalle esigenze tecniche alle scelte degli interpreti, dal taglio registico alle prassi filologiche, le istituzioni pesaresi e rossiniane saranno tutte coinvolte in questo appassionante progetto e la Fondazione Rossini svolgerà il ruolo da “Père noble” che potrà mettere al servizio del recupero di autori e opere poco conosciute, la metodologia e le competenze maturate nella restituzione dell’opera di Rossini.

Altro elemento chiave sarà il coinvolgimento della rete di biblioteche dei principali conservatori italiani con il Conservatorio di Pesaro come capofila per un’attività di ricerca, studio, analisi e trascrizione dei materiali, permettendo così alle opere prescelte di essere eseguite a partire dal Festival pesarese. Come primo passo di avvio di questo nuovo e importantissimo progetto, il primo agosto (alle 21), il teatro Rossini ospiterà un concerto con brani scelti da opere di quel periodo, proponendo di fatto una piccola anteprima della riscoperta musicale, in cui saranno coinvolti 3 dei giovani cantanti dell’Accademia Rossiniana 2021: il soprano Iolanda Massimo, il tenore Theodore Browne e il baritono Francesco Samuele Venuti. A dirigere l’Osr sarà il maestro Daniele Agiman. Revisioni a cura di Federico Agostinelli. 

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