PESARO - In un percorso che attraversa il senso della parola di Rainer Maria Rilke, la chiesa dell’Annunziata di Pesaro ospita (da oggi, 6 dicembre, all’8, inizio alle ore 21) “I quaderni di Malte”, uno studio di e con Sonia Antinori e Giacomo Lilliù, con la danzatrice Stefania Zepponi.
Un nuovo capitolo per la compagnia Malte (acronimo che indica gli ambiti della sua opera: Musica Arte Letteratura Teatro Etc) che, dopo la la sessione di lavoro estiva, che si è svolta presso la Mole Vanvitelliana ad Ancona, proporrà un vero work in progress dal vivo, in una sorta di jam session teatrale, ispirata dall’opera di Rilke: la traiettoria è quella di una mise en espace che si interroga sulla dimensione invisibile dell’arte. «Siamo partiti dalle “elegie duinesi”, l’ultima e somma opera poetica di Rilke, dieci componimenti di ispirazione filosofica, che trattando di varie tematiche cercano di rispondere alle domande poste nelle precedenti opere rilkiane sull’insensatezza e incomprensibilità della vita, e sulla paura della morte. - racconta Sonia Antinori - E, dopo Ancona, lo studio che presentiamo a Pesaro è andato ancora più nel profondo del suo pensiero. Grazie a Rilke ci interroghiamo sui fattori della creazione, sul suo senso e i suoi percorsi, insieme a chi permette che il teatro appaia: il nostro pubblico. Un viaggio comune dentro la chimica di uno spettacolo». L’opera di Rilke mantiene viva nel tempo una ricerca poetica e filosofica. «Sono due gli aspetti che rendono l’opera di Rilke oggi più che mai necessaria: - prosegue la Antinori - innanzitutto il suo tentativo di catalogare ciò che compone la vita con l’attitudine del poeta, di chi cioè non teme di accostare elementi di diverso ordine e dimensione, dando a ciascuno di essi uguale valore, perché attraversati dalla stessa realtà. Nello scroscio tumultuoso dei dati della società dell’informazione, in cui il fenomeno e la sua proiezione invadono l’immaginario, il poeta ci conduce per mano fino alla spiaggia delle cose vere. Qui i diseredati incontrati per le strade di una città boccheggiante, i parenti dei ricordi d’infanzia, i personaggi reali osservati in effigie nelle gallerie dei musei e i poeti di tutti i tempi che respirano nelle sale di una grande biblioteca, formano il paesaggio da lui censito».
C’è poi anche un secondo motivo che ha affascinato la ricerca, «la sua estatica identificazione con il mondo, che esercita grande fascinazione sul pubblico contemporaneo per la potenza con cui sa connettere visibile e invisibile in una coscienza della sincronicità».