Gallo con “Il silenzio grande” a Pesaro: «Spettacolo magico, si parla di famiglia, di sentimenti, sembra un classico della commedia eduardiana»

Massimiliano Gallo
Massimiliano Gallo
di Elisabetta Marsigli
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Sabato 16 Aprile 2022, 07:00

PESARO - È uno dei trionfi della stagione teatrale italiana il penultimo appuntamento della stagione di prosa al Teatro Sperimentale di Pesaro: da martedì 19 a domenica 24 aprile è in scena lo spettacolo scritto da Maurizio de Giovanni “Il silenzio grande”, diventato anche un film di successo presentato all’ultimo Festival di Venezia. Protagonisti della commedia, scritta da uno dei più interessanti autori di libri di successo (divenuti poi serie televisive), sono Massimiliano Gallo, Stefania Rocca, Antonella Morea, Paola Senatore e il giovane attore pesarese Jacopo Sorbini. Massimiliano Gallo è anche uno dei protagonisti della serie televisiva “I bastardi di Pizzofalcone”.

 
Come è avvenuto il suo incontro con De Giovanni? 
«Ci conoscevamo già da tempo, era venuto a vedermi a teatro e conosceva la mia storia cinematografica, ma la vera amicizia è nata con le riprese dei “Bastardi”. Ed è lì che ho conosciuto meglio anche Alessandro Gassman, nonostante avessimo già lavorato insieme. Diciamo che con i “Bastardi” i rapporti si sono fatti più intensi, c’è stima e ci fidiamo l’uno dell’altro». 


Come ci si sente ad interpretare lo spessore e la complessità dei personaggi di De Giovanni? 
«Questo è uno spettacolo davvero magico, sia per l’impatto che ha sul pubblico, che lo accoglie sempre con calorosissimi applausi, che per il fatto che ti “rimane addosso” per un po’ di tempo, perché esplora la profondità delle dinamiche famigliari. È uno spettacolo che parla di famiglia, di sentimenti, sembra un classico della commedia eduardiana. Maurizio è riuscito a creare un interessante scontro generazionale che esplora un campo a noi oggi sconosciuto, rivalutando le figure di padre e figlio». 


Chi è il personaggio protagonista? 
«È uno scrittore di successo che pensa di aver dato tanto alla famiglia proprio grazie alla sua popolarità, senza rendersi conto di averli tenuti fuori dalla sua vita.

Io e Alessandro veniamo da due famiglie d’arte e conosciamo bene le dinamiche di queste situazioni, i sacrifici e la dedizione necessari a fare questo lavoro. Alla fine chi è un buon padre: quello che sta 24 ore con te o quello che ha colmato le mancanze economiche? Quello che non hai mai potuto avvicinare per i suoi tanti impegni, ma ti ha lasciato una grande eredità intellettuale?». 


Uno spettacolo in cui ci si può riconoscere? 
«Il merito è di Maurizio, ma anche di Alessandro che ne ha fatto una splendida regia, anche con un grande senso estetico che va al di là dell’interpretazione degli attori. C’è un grande impatto emotivo, ma, come nella tradizione del grande teatro napoletano, è capace di alternare, con sapiente equilibrio, il comico e il drammatico, con un colpo di scena finale che spariglia tutte le carte». 


Tanto teatro, poi cinema, ma è la televisione che dà maggiore visibilità?
«Ho fatto tantissimo teatro, poi “da grande” trentacinque film e quindici serie televisive, tra cui i “Bastardi”, “Imma Tataranni sostituto procuratore” e sarò il protagonista di “Avvocato malinconico” che partirà a ottobre. Devo ammettere che la tv è un mezzo “diabolico” perché ti arriva in casa e ti vedono come uno di famiglia. Questo ti dà una grande responsabilità ed è come se avessi un credito di affetto con tutti coloro che mi seguono».

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