Ascanio Celestini da record, il suo show è stato il primo in Italia dopo il lockdown

Ascanio Celestini durante lo spettacolo
Ascanio Celestini durante lo spettacolo
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Martedì 16 Giugno 2020, 01:25
PESARO - A mezzanotte e un minuto del 15 giugno, a Pesaro, il pubblico ritorna a teatro, la casa degli artisti e di tutte le persone che vi lavorano. Surreale e magico al tempo stesso, il primo spettacolo in assoluto dopo il lockdown si è svolto al Teatro Sperimentale: misurazione della temperatura, maschere con la doppia mascherina, posti assegnati e distanziati di un metro abbondante. 111 spettatori su una capienza totale di 450 posti. Il lockdown si è allentato, ma sembra di essere tornati indietro, alle file al supermercato, alle poste o in farmacia: invece no, siamo davanti ad un teatro e ci stanno misurando la temperatura. 
Il pubblico è composto, paziente, attende il suo turno “negli appositi spazi”: ma che succede se la temperatura non è quella richiesta? La fantasia corre verso uno scenario fantascientifico: il potenziale “infetto” viene fatto solo allontanare, o scattano luci e riflettori, suonano sirene, intervengono le forze speciali, o cosa? Non lo sapremo mai, non è successo. Si entra in sala e lo scenario è ancora più surreale: gli spettatori sono distribuiti a macchia di leopardo: sulla maggior parte delle poltrone vi sono dei “segnaposto” creati da una studentessa dell’Accademia di Belle Arti di Urbino (Maria Arena), all’interno del progetto coordinato da Francesco Calcagnini. I segnaposto determinano le distanze: i posti da occupare sono quelli liberi e ti siedi, accanto alle poltrone vuote. All’interno del teatro ci si può muovere solo con la mascherina, ma una volta arrivati al proprio posto e, durante lo spettacolo, è concesso toglierla.
Il direttore Amat Gilberto Santini e il sindaco Matteo Ricci fanno gli onori di casa: «Nessuno di noi - ha dichiarato il sindaco - avrebbe mai pensato di trovarsi in una situazione del genere, dopo mesi drammatici, abbiamo voluto dare subito un grande segnale di rinascita. Da parte nostra cercheremo quest’estate di rimettere in moto più cose possibili, nelle possibilità date dai decreti. Non si può vivere senza cultura: vogliamo ritrovare lo spirito di ricostruzione che c’è stato nel Dopoguerra, quando la speranza ha vinto sul rancore e sull’odio». Si spengono le luci e Celestini è la prima voce dal palco dopo la pandemia, dopo oltre tre mesi di assenza dalle scene. Il suo “Radio Clandestina” segna in maniera simbolica e commovente il tanto desiderato ritorno al teatro: «L’ultimo spettacolo che ho fatto è stato il 4 marzo scorso. Per me è indispensabile il teatro perché è come tornare a casa, è l’unica cosa che so fare nella vita. Io vivo qui - afferma al termine dello spettacolo -. Ma il teatro è tutto un insieme di persone e finché non passa l’idea che non è un divertimento, ma un lavoro, c’è qualcosa che non va. Saremo anche “animatori” della società, siamo quelli che fanno divertire, ma siamo lavoratori: con me ci sono due tecnici e anche un musicista, poi ci sono organizzatori, tecnici del teatro, maschere. Il teatro non si fa in streaming».
Fuori dal teatro, il presidio dell’Atpm, artisti, tecnici e professionisti delle Marche, ha accolto il pubblico rivendicando attenzione e misure più incisive perché la crisi gravante sul settore dello spettacolo non si è conclusa con la riapertura del 15 giugno.
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