Paola Turci: «Mai sentita così bella e forte,
mi ispiro a donne come Patti Smith e Magnani»

Paola Turci
Paola Turci
di Claudio Fabretti
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Lunedì 3 Aprile 2017, 08:39 - Ultimo aggiornamento: 10:15
«Non mi sono mai sentita così sicura e determinata. Ora sono finalmente libera da tutte le mie paure: la cicatrice, il dovermi sentire diversa... Ce ne ho messo di tempo, ma alla fine ci sono riuscita». Non erano un caso, quello sguardo fiero e sensuale, quella giacca semiaperta alla Patti Smith, quell'interpretazione vibrante e rabbiosa, sul palco dell'Ariston. Paola Turci s'è fatta bella per sé. E ora vuole cavalcare l'onda della sua riscossa. Con un nuovo album, Il secondo cuore, e un tour, in partenza a maggio. 

È la sua rivincita, dopo anni difficili e qualche no ricevuto anche da Sanremo?
«Non sono una persona che nutre sentimenti di rivalsa, penso che se una cosa non va, è perché non deve andare. Questa volta però ce l'ho messa tutta: se qualcosa fosse andato storto, sarebbe stata una delusione enorme».

Da Sarò bellissima del 1988 a Fatti bella per te trent'anni dopo all'Ariston: com'è cambiato, per lei, questo tema della bellezza?
«È cambiato tanto. Un incidente così, che ti colpisce la faccia, stravolge la visione di te stessa e del mondo. Ho passato tanti anni a sognare di avere una pelle normale e due occhi in equilibrio, a sognare di non guardarmi storta, perché mi si storceva tutta l'anima. Ci ho lavorato sopra tanto ed era inevitabile che prima o poi venisse fuori una canzone come Fatti bella per te. Quell'approccio alla Sarò bellissima neanche lo ricordavo più: i due brani, quindi, non sono associabili».

E ora c'è anche un nuovo album, Il secondo cuore. Che disco è?
«È il disco che mette più a fuoco me stessa, che fotografa il mio stato d'animo attuale, pieno di energia, di voglia di mangiarmi la vita. Ed è un disco molto eterogeneo, con atmosfere differenti e canzoni che si fanno cantare in modo diverso tra loro». 

Tra i brani c'è anche la sua prima prova in romanesco, con la complicità di Marco Giallini...
«Ma dimme te è forse la canzone che più mi rappresenta. Non avevo mai espresso finora la mia romanità. Eppure sento che è forte in me: il mio modello di donna, ad esempio, è Anna Magnani: forte, struggente, capace di mostrare il suo dolore, ma di prendere a mozzichi la vita. E poi mi ricorda mia nonna, mia madre...».

Vederla a Sanremo è stato un sollievo: finalmente un po' di sana rabbia e sensualità, in tempi di interpretazioni edulcorate, fatte con lo stampino da talent...
«Non è solo un fatto di talent. Credo sia un problema di cicli storici. Oggi prevale quel modello lì, basato più sulla tecnica, sulla forma, si perde un po' questa visceralità. A me invece piace Chavela Vargas, con i suoi canti popolari struggenti, pieni di rabbia e di passione».

E ora potrà mettere la sua grinta anche in formato live. 
«Sì, sono elettrizzata: aspetto questo tour come si aspetta il Natale. Anche perché Il secondo cuore è proprio un disco da concerto. La data zero sarà a Todi, con un allestimento particolare, poi però la prima data ufficiale sarà il 9 maggio dall'Auditorium di Roma». 

Lo sapeva che De Gregori considera la sua versione di Saigon più bella della sua? Non gli capita molto spesso...
«Vero! Mi accolse addirittura con un finalmente conosco Paola Turci, il che detto da De Gregori Alla fine è stato un incontro stupendo. Credo che lui vada un po' a simpatie, per fortuna gli ero simpatica, mi è andata bene!».

A proposito di cover, com'è nata l'idea di portare a Sanremo Un'emozione da poco di Anna Oxa?
«All'inizio ho passato in rassegna tutto il genere cantautorale per propormi in modo serio e rispettabile. Poi mi sono detta: ho voglia di divertirmi, di cantare una canzone energica, che mi piace. Così ho pensato a questo pezzo, che mi ricorda anche il primo Saremo che ho visto in tv, nel 1978. Oltre tutto, Un'emozione da poco è firmata da Fossati e Guglielminetti, è un capolavoro, anche se per anni è stato considerata solo una canzoncina pop».

Ha fatto scalpore anche la sua scelta di apparire (quasi) senza veli in un servizio fotografico...
«Mi piaceva soprattutto l'idea di giocare con la mia età, pensando che un tempo nessuno si sarebbe sognato di mostrarsi in questo modo a 52 anni. Io mi sento a posto, sono dimagrita 15 chili, e stare bene con il proprio corpo vuol dire non avere alcun tipo di problema, mi sono fatta bella per me e sono contenta».

Che ne pensa della musica di oggi, italiana e non?
«Mi piacciono molto nuovi cantautori, come Brunori Sas e Mannarino. Ascolto vari generi di musica, ma poi i miei artisti preferiti sono sempre gli stessi: Lhasa de Sela, Bob Marley, Patti Smith, PJ Harvey, Fink, con cui ho collaborato nel mio nuovo disco. Invece le canzoni di Sanremo...

Non le ascolta più?
«No, guardo le performance, ma alla fine mi resta poco. Mi piacevano di più le edizioni degli anni 80, ecco, quelle canzoni le potrei cantare tutte a memoria».
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