Debutta "Racconti di inverno" con Rosetta Martellini e Michele Scipioni. Stasera “Il curioso caso di Benjamin Button”

Rosetta Martellini e Michele Scipioni
Rosetta Martellini e Michele Scipioni
di Chiara Morini
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Mercoledì 17 Febbraio 2021, 14:23

CIVITANOVA - ”Racconti di inverno” ideata da Rosetta Martellini è una rassegna che rientra nel progetto “Marche Palcoscenico aperto”, voluto da Regione Marche con il sostegno di Amat. Questa sera, alle ore 21, andrà in scena sui canali Facebook e Youtube di Fabrica Teatro il primo dei tre appuntamenti dedicati a “Il curioso caso di Benjamin Button”, di Fitzgerald.

“Brokeback mountain” di Anne Proulx sarà trasmesso il prossimo 24 marzo; per il terzo appuntamento con Alice Munro e il suo “Lontano da lei”, bisognerà attendere, invece, il prossimo 5 maggio. Dopo la messa in onda della versione ridotta per teatro, con la lettura integrale dei tre racconti, saranno realizzati altrettanti podcast ascoltabili dal mercoledì successivo su Telegram. 


Rosetta Martellini, come nasce “Il curioso caso di Benjamin Button”, spettacolo che apre questa sera la rassegna “Racconti di inverno”?
«L’idea non è nuova. Con Michele Scipioni e il suo clarinetto già avevamo letto La fattoria degli animali di George Orwell. Quando è uscito il bando regionale, abbiamo deciso di proporre questo progetto, la mini rassegna dal titolo “Racconti d’Inverno”. Attraversiamo la stagione invernale, e sì, per ideare il titolo, ci siamo ispirati al racconto di Shakespeare, che qui, però, non leggerò».


Inverno inteso come stagione o anche come il periodo che stiamo vivendo?
«Ovviamente entrambe le cose direi. È qui inteso come forza per andare avanti e guardare al futuro. Come si esce da un periodo freddo, così si può fare anche per uno brutto».


Quali racconti rappresenterete?
«Leggeremo Francis Scott Fitzgerald, e “Il curioso caso di Benjamin Button”, poi passeremo ad Anne Proulx, e il suo “Brokeback Mountain”, concluderemo con Alice Munro, e “Lontano da lei”. Sono racconti che finora hanno ispirato altrettanti film e che ora vedranno la luce con la nostra riduzione teatrale».


Cosa deve aspettarsi il pubblico?
«Sicuramente, per il primo appuntamento di questa sera, qualcosa di diverso dal film. Noi non utilizzeremo il passato, come nel caso dell’autore, ma rappresenteremo il presente. Da un punto di vista attoriale è più intenso, è come viverlo sul momento, mentre invece con il passato c’è una distanza fisica.

La narrazione viene vissuta pienamente».


Perché la scelta di questi racconti?
«Io e Scipioni abbiamo deciso di affrontare queste storie, dopo aver fatto una sorta di mini-sondaggio, abbiamo cercato di capire quali fossero le storie migliori per questo progetto. Ma, come le ho già detto, il respiro dato dal tempo teatrale è diverso da quello del film. C’è un sottile filo conduttore che lega le tre storie tra loro, soprattutto quelle delle due autrici nordamericane: il rapporto con l’alterità. La storia fondante però è sempre quella del film».


Tra i tre qual è il suo preferito?
«Non saprei sceglierne uno, mi hanno lasciato qualcosa tutti e tre. L’emozione maggiore me l’ha suscitata Brokeback mountain, di Anne Proulx. Lei ha una scrittura asciutta, quasi fredda, ma all’improvviso la narrazione assume il tono di un precipizio: la storia a quel punto ti travolge. Fitzgerald racconta la vita e il tempo di Benjamin Button, e mi ha fatto venire subito alla mente le immagini di uno spot visto qualche anno fa. Non ricordo il prodotto, ma in 30 secondi veniva condensata la vita di un uomo dal momento della nascita, alla morte. In mezzo il volo, ovvero la sua vita. Ecco è intenso anche questo tipo di narrazione: un racconto rapido, ma con essenzialità, un capolavoro per me. Questi due li abbiamo già girati. Il problema sarà il terzo. Qui la narrazione non avrà un tempo fisso: quella di Alice Munro sarà tutta basata sulle emozioni».


Dopo questa rassegna, cosa c’è nell’agenda della Martellini e di Scipioni?
«Al momento siamo concentrati su questo progetto. Ci crediamo così tanto che se non fosse stato scelto per Marche palcoscenico aperto, l’avremmo comunque realizzato. Crediamo che abbia del potenziale per crescere e, dopo maggio, non è del tutto escluso che possiamo farlo ancora. Magari con questi racconti o con altri». 

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