L'imprenditrice-blogger Carla Latini sempre di corsa: «Giù dal letto all'alba anche a Ferragosto per preparare il ragù»

L'imprenditrice-blogger Carla Latini sempre di corsa: «Giù dal letto all'alba anche a Ferragosto per preparare il ragù»
L'imprenditrice-blogger Carla Latini sempre di corsa: «Giù dal letto all'alba anche a Ferragosto per preparare il ragù»
di Lucilla Niccolini
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Domenica 28 Agosto 2022, 07:10

OSIMO - «In campagna, d’estate, si lavora». Come le formiche della fiaba, a mettere in granaio le provviste per l’inverno. «E per i ristoranti che riforniamo, questa è un’estate quanto mai operosa, di ripresa». Carla Latini, che di cognome fa Calabrò, figlia di un ingegnere trapiantato ad Ancona, da quando ha conosciuto il suo Carlo ha eletto la campagna di Osimo a regno della sua imprenditorialità. «Nei mesi estivi, qui ci si alza presto, la mattina. Non ricordo più quand’è stata l’ultima volta che ho portato i miei figli al mare, all’ora di pranzo. Per ricominciare poi, sulla terra, appena tornata a casa».

 
Il futuro dei figli
Ora, quei due bambini, Michele e Teresa, sono diventati adulti. «Carlo e io abbiamo capito assai presto che l’agricoltura non era nelle loro prospettive. Il primo fa l’odontoiatra in Normandia. E Teresa, fisioterapista, vive a Este, in provincia di Padova. La mia vera vacanza è la settimana di ferragosto che passano qui da noi». Allora non c’è incombenza che non possa aspettare. «Con mio marito, mi ritaglio solo un paio d’ore per le spedizioni urgenti, le telefonate non rimandabili con i clienti. E stiamo sempre insieme a loro: il tempo a disposizione è tanto poco...».


La cucina
Carla riscopre così il gusto di stare in cucina. «Do fondo alle mie idee, perfezionate grazie alle frequentazioni con gli amici chef. Tanto pesce, quando lo trovo fresco, accompagnato con agrumi e frutta. Ma la mia vera specialità è il ragù, come si faceva una volta». Con la pasta che porta il suo nome, fatta con grano Senatore Cappelli, il ragù marchigiano ci va a nozze. «Lunghe serate a tavola, in terrazza, con figli, genero e nuora, e la piccola Victoria, la mia unica nipotina, di tre anni.

E mentre loro restano sotto le stelle a godersi il fresco della notte, accompagno la piccola a letto. Mentre, per addormentarla, le racconto le fiabe della mia infanzia, lei mi traduce le parole in francese, e mi corregge, quando sente che la mia pronuncia non è corretta». A Carla piace fare la nonna. «Mi accorgo che ripeto le stesse frasi di nonna Tota, quando trascorrevo estati meravigliose, a Pescara, tra casa sua e quella dell’altra nonna. Non mi pareva, allora, di imparare niente, ma col tempo, a poco a poco, riaffiorano usanze e detti che mi hanno arricchito. Hanno colorato le mie estati di bambina, trascorse al mare, assieme ai cugini che, come me, erano cresciuti altrove, in Calabria e in Toscana».


La Sardegna
Lei arrivava a Pescara da Cagliari, dove il padre, ingegnere, si occupava della bonifica del Campidano. «In Sardegna torno di rado: l’ultima volta, tre giorni per i miei cinquant’anni: un settembre indimenticabile, come la settimana alla Mostra del Cinema di Venezia, anni fa». Da ripetere. «Ora no, ho troppi progetti, tra cui uno, “Cibo libera tutti”. Lo sto elaborando con Rosalba Franco, una bravissima nutrizionista, che mi ha suggerito l’idea di diffondere tra gli chef il messaggio che i loro piatti squisiti possano essere anche salutari. Meno calorie, più equilibrio tra gli ingredienti. Così, chi vuole controllare la propria alimentazione, potrà farlo anche al ristorante, senza troppi sacrifici. L’ha capito anche Ferran Adrià: sostiene che in cucina occorre trovare nuovi argomenti, per dare benessere, oltre che gusto».

Di lui, Carla Latini ha uno splendido ricordo. «Al Kursaal di San Sebastián, un convegno speciale, con chef che dormivano anche in spiaggia, nel sacco a pelo: una sorta di Woodstock della gastronomia. Mi piacerebbe tornare da quelle parti, magari d’estate, per la Semana Grande di ferragosto. Ma adesso, bando alle chiacchiere, ho da lavorare». Carla saluta, e sale sul trattore. Eccellenza e normalità.

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