La costumista osimana Monica Saracchini sul set del film Blanca: «Mi sono ispirata a Tokyo»

La costumista osimana Monica Saracchini
La costumista osimana Monica Saracchini
di Lucilla Niccolini
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Mercoledì 29 Dicembre 2021, 09:05 - Ultimo aggiornamento: 14:04

OSIMO - Sullo sfondo livido del porto di Genova, spiccano i colori vivaci dei giubbotti di Blanca, la protagonista della serie televisiva, la cui ultima puntata ha raggiunto il 28% di share. A vestire la protagonista, Maria Chiara Giannetta, dietro le quinte di un successo meritato, c’era Monica Saracchini, una costumista di Osimo, in coppia con Angelo Poretti.


Colpisce l’abbigliamento dalle tinte chiassose, addosso a una non vedente. Qual era l’idea di base, Monica?
«Ci hanno ispirato un paio di suggestioni del regista, Jan Michelini. I due punti di partenza: la musica funky dei Calibro 53, e la caratterizzazione di Blanca, una ragazza che, lungi dall’essere disabile, ha diverse abilità speciali, è una specie di supereroe. I due punti di partenza. Con Angelo, avevo da poco finito di girare “Un passo dal cielo”, dove la montagna comanda, non hai bisogno di altro. Così abbiamo cercato idee nelle capitali moderne più cool, per dare colore a Genova, una città portuale che è un intrico di caruggi bui, sfregiati dai graffiti. Ha prevalso Tokyo, dove i ragazzi si vestono come manga. Una volta sul set, Maria Chiara ha fatto il resto: perfetta, fin dalla prima prova, con una giacca a vento, comprata quella mattina nel mercatino sotto casa. Ha funzionato».


Con Angelo Poretti, una squadra?
«Ormai c’è sintonia. Ognuno di noi due ha la sua specificità, collaborare è il nostro valore aggiunto, che nel tempo ha ripagato. Ma tutti, in questa fiction, hanno fatto un bel lavoro di squadra, senza protagonismi, a partire dal regista, che ha deciso le scene nella “camera nera”, il luogo mentale in cui i colori di Blanca spiccano nel buio, per arrivare a Luca Bernabei, un produttore attentissimo all’aspetto visivo, e al direttore della fotografia, Alessandro Pesci, sempre in sartoria per verificare l’effetto delle luci sui colori dei costumi.

Ognuno ha arricchito le sue idee con quelle degli altri».


Però Blanca brilla di luce propria, anche grazie ai colori che indossa.
«Dal punto di vista dei costumi, quando si lavora sul contemporaneo la sfida è dura, perché di un personaggio devi fare un’icona con abiti consueti. Finora ho lavorato molto di più in fiction d’epoca, come “Il commissario Ricciardi”, dov’ero assistente di Alessandra Torella, o in “Anna Karenina” e nella “Dama velata”. Poi, ricordo con nostalgia “La strada dritta”, con Fantastichini. Per quelle ambientazioni, tanta documentazione sull’iconografia dell’epoca, e sulle riviste di moda, ma anche su fotografie dal vero, per trovare la chiave giusta di ogni personaggio».


A cosa sta lavorando, dopo “Blanca”?
«Abbiamo appena finito di girare, a Chioggia, la versione italiana della serie norvegese “Home for Christmas”, che uscirà l’anno prossimo. E ora mi riposo, a casa dei miei, a Osimo. Loro sono felicissimi di avermi qui per le feste. Mi hanno lasciato scegliere la mia strada, che ai loro occhi è un po’ strana. In effetti, è da zingari, oggi qui, domani là. Però ne sono innamorata: ancora adesso, dopo 25 anni, quando vedo arrivare i camion con le attrezzature di un set, mi commuovo».

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