Irene Grandi ospite alle audizioni live di Musicultura a Macerata: «Porterò sul palco tutta me stessa»

Irene Grandi
Irene Grandi
di Chiara Morini
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Martedì 1 Marzo 2022, 10:42

MACERATA - Artista eclettica, dal timbro di voce inconfondibile, tra le più amate del pop-rock italiano: Irene Grandi alle 21 di oggi salirà sul palco del Lauro Rossi di Macerata, ospite alle audizioni live di Musicultura.


Irene, cosa significa essere ospite di Musicultura?
«È sempre bello esserci, è un bellissimo festival per giovani che fa misurare gli artisti emergenti con le loro capacità, con i pezzi inediti che hanno. Possono conoscere noi, ma anche incontrarsi con chi è alle prime esperienze come loro. E questo, mi creda è molto importante».

 
Quanto? 
«Molto. Mi ricordo il primo Sanremo dove ho conosciuto un musicista, che ho rincontrato l’anno scorso, ritrovandolo come collaboratore di Tosca. All’inizio è bello vedersi come colleghi, prima di essere avversari».

 
Cosa si sente di dire ai ragazzi che concorrono a Musicultura?
«Se avrò la possibilità, durante la giornata, parlerò con loro. Gli racconterò anche della mia nuova esperienza con questa masterclass interdisciplinare che tengo con la mia amica e vocal coach Lisa Kant, spaziando dalla tecnica vocale all’esperienza artistica e allo yoga».


Quanto è importante la tecnica? 
«Molto. Ma io consiglierei ai giovani artisti di formare prima una propria identità e originalità, trovare i propri timbri, poi man mano che si va avanti, passare alla tecnica vocale e magari pure allo yoga. Una disciplina in cui sono diplomata. È importante lavorare sull’aspetto emotivo così come su quello della gestione del respiro».


Cosa porterà sul palco del Teatro Lauro Rossi? 
«Molto di me, dei miei lavori.

Brani che fanno parte delle mie diverse fasi, un sunto delle mie varie sfaccettature. Ci saranno brani rock, cantautorali, più solari. Poi ci sarebbe anche un omaggio, nulla di deciso ancora, non sappiamo se riusciamo a farlo. Non mi chieda a chi, perché su questo non mi sento di spoilerare nulla». 


In che direzione sta andando la musica italiana?
«Al momento in tutte le direzioni c’è fermento e questo è un segno buono. Ci sono tanti ragazzi e cantautori diversi, questo si vede anche a Musicultura, dove forse c’è meno pop e più musicalità. Ma in ogni caso sono felice di vedere tutto questo movimento, e trovo positivo che questo festival dia speranza a giovani artisti dopo un periodo di grande difficoltà per tutti». 


Dopo un’intera carriera dedicata al pop-rock, come mai la scelta di dedicarsi al blues? 
«È il mio progetto “Io in blues”. I due anni della pandemia sono stati davvero drammatici, ma hanno portato anche cose positive per me, come lo yoga. Fare incontri e trovare nuove ispirazioni in questo periodo era difficile così sono tornata indietro, alle origini, ai primi concerti nei locali in cui facevo proprio blues. Ho voluto recuperare slancio e mettere nuovi strumenti come l’organo hammond».


Nel futuro? 
«In estate riprenderò il tour “Io in blues”, poi debutterò ne “The witches seed”, una grande opera rock in cui mi cimento in un ruolo per me insolito».

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