"Arte liberata", un omaggio a Rotondi che salvò i capolavori a rischio per i bombardamenti

"Arte liberata", un omaggio a Rotondi che salvò i capolavori a rischio per i bombardamenti
"Arte liberata", un omaggio a Rotondi che salvò i capolavori a rischio per i bombardamenti
di Lucilla Niccolini
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Sabato 17 Dicembre 2022, 01:05

Un tributo doveroso è quello conferito a Pasquale Rotondi in occasione della mostra “Arte liberata”, inaugurata alle Scuderie del Quirinale, nella Capitale, per ricordare la sua opera di messa in sicurezza di tanti capolavori dell’arte italiana, contro le minacce della seconda guerra mondiale. Ne è curatore Luigi Gallo, direttore della Galleria Nazionale delle Marche di Urbino, assieme a Raffaella Morselli. Pasquale Rotondi, soprintendente delle Marche in tempo di guerra e direttore della Galleria Nazionale a Palazzo Ducale di Urbino, fu tra i protagonisti di quel difficile momento.

Il salvataggio epocale

Allievo di Adolfo Venturi e Pietro Toesca a Roma, ispettore presso la Soprintendenza di Ancona dal 1933 al 1938, fu poi nominato soprintendente alle Gallerie e alle Opere d’Arte delle Marche. In questo ruolo portò a compimento un salvataggio epocale, proprio nel Palazzo Ducale di Urbino, quindi nella Rocca di Sassocorvaro e nel Palazzo dei Principi di Carpegna, adibiti a rifugio di numerose opere d’arte allontanate dalle grandi città, per salvaguardarle dai danni della guerra e dalle razzie degli occupanti. «La storia degli eroici protagonisti che salvarono il patrimonio italiano durante il secondo conflitto mondiale, come Pasquale Rotondi – sottolinea Luigi Gallo - rappresenta un caso esemplare nella formazione di un’identità professionale degli storici dell’arte italiani». La Galleria Nazionale delle Marche svolge un ruolo primario nell’organizzazione e realizzazione della mostra, assieme all’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione e all’Archivio Storico Istituto Luce. È da sottolineare che la mostra è resa possibile grazie alla disponibilità dei Comuni e dei relativi Musei Civici, delle diverse Curie e relativi Musei Diocesani, nonché alla collaborazione delle Soprintendenze.

Tra le opere prestate da Palazzo Ducale, in mostra alle Scuderie del Quirinale fino al 10 aprile, il Salvator Mundi di Bartolomeo della Gatta, opera ritrovata nel 1915 da Lionello Venturi nei depositi del Palazzo Ducale. Riconoscendo il valore artistico del dipinto, Rotondi lo mise al sicuro insieme ai capolavori di Piero della Francesca, tra cui la Madonna di Senigallia, il cui prestito eccezionale vuol rendere omaggio al grande direttore del museo in quegli anni difficili, ricordandolo per la lucidità delle sue scelte, la compostezza del comportamento, lo spessore della cultura. Da citare è anche la trecentesca Madonna in trono del riminese Giovanni Baronzio, la prima opera a tornare al museo dopo la guerra, e il sublime Gonfalone del Santo Spirito, realizzato da Luca Signorelli nel 1494. Nelle stanze della Rocca di Sassocorvaro, Rotondi mise in protezione opere di Crivelli, Lotto, Guercino, Bellini e altri capolavori dei musei civici marchigiani: di Ancona, Ascoli, Fabriano, Jesi e Pesaro. Alcuni di questi, come la Santa Palazia del Guercino e la Dormitio Virginis di Olivuccio di Ciccarello, sono stati prestati alla mostra dalla Pinacoteca civica Podesti di Ancona.

L’esperienza

Nella regione resta viva la memoria dell’intrepido soprintendente. «L’esperienza della tutela in tempo di guerra - scrive Luigi Gallo nel catalogo della mostra romana - resta un monito sui rischi che corre il patrimonio culturale, messo in salvo dagli interpreti di una vera e propria epopea: le loro gesta costituiscono un esempio imprescindibile di civismo, testimoniando l’urgenza e l’efficacia dell’azione di un’intera generazione di funzionari dello Stato che permise di salvare l’immenso patrimonio culturale italiano, offrendolo alla contemporaneità».

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