Dalle gole dell'Infernaccio fino all'eremo di San Leonardo, un'escursione sui Sibillini tra storia, leggenda e devozione

Il Tempio della Sibilla
Il Tempio della Sibilla
di Saverio Spadavecchia
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Mercoledì 1 Settembre 2021, 09:05

MONTEFORTINO - Ancora una volta nel cuore dei monti Sibillini per scoprire luoghi dal grande impatto emotivo e paesaggistico. L’impegno è quello di attraversare le gole dell’Infernaccio, salire fino all’eremo di San Leonardo percorrendo una stupenda faggeta per poi arrivare ad ammirare il tempio della Sibilla e il panorama che offre uno dei punti più entusiasmanti delle Marche.

Tra storia, leggenda e devozione sarà una escursione pensata per esperti. Un percorso di circa 13 chilometri, tra andata e ritorno, che necessitano di un’ottima esperienza e soprattutto di attrezzatura adatta per intraprendere quest’avventura tra i segreti della Sibilla. Quindi scarpe adatte, abbigliamento da montagna (casco compreso) e bastoncini per aiutarsi nella parte finale dell’escursione. Consigliato anche l’utilizzo della cartografia del territorio dopo aver seguito i percorsi Cai 221 e 229. Altro dettaglio di non poco conto è l’attenta valutazione delle condizioni atmosferiche, quindi porre estrema attenzione ad una possibile instabilità delle condizioni meteo. Vista la lunghezza e la durata del percorso (circa 6 ore tra andata e ritorno), è fortemente consigliata la partenza di prima mattina. 


Il punto di partenza di questo viaggio nella natura è fissato nell’Infernaccio, gole naturali scavate dal fiume Tenna tra il Monte Priora e il Monte Sibilla, sui Monti Sibillini, e sono tra le più note e frequentate da escursionisti appassionati e sono parte integrante della bellezza del Parco nazionale dei Monti Sibillini.

Ma prima delle gole, le cosiddette Pisciarelle, sono piccole cascate a goccia che si trovano di fronte all’ingresso alla dell’Infernaccio. Durante l’escursione è possibile incrociare il maestoso santuario di San Leonardo al Volubrio. Della struttura originale oggi resta solamente una chiesetta, ricostruita sui preesistenti resti dal frate cappuccino Armando Lavini (conosciuto anche come il muratore di Dio), meglio noto come padre Pietro, che venuto a conoscenza nel 1965 dei ruderi dell’eremo decise di ricostruire da solo. La ricostruzione della chiesa impegnò Padre Pietro per oltre quarant’anni, fino alla sua morte sopraggiunta nel 2015 ad Amandola.


Da questo punto in poi il panorama sarà quello di grandi e bellissimi boschi che si apriranno poi sui pascoli del versante sud del monte Priora, a picco sull’alta valle del Tenna. Ancora un po’ di strada da fare, fino a raggiungere il singolare arco naturale di roccia conosciuto come Tempio della Sibilla, che guarda proprio in direzione del monte omonimo. Altra particolarità: il pilastro di roccia del contrafforte in cima al quale sorge il tempio, presenta un’apertura che attraversa la parete di roccia da una parte all’altra. Una volta raggiunta la grande visuale offerta dal tempo, il passaggio successivo è quello di ritornare sui propri passi seguendo la via a ritroso fino al punto di partenza di Rubbiano, frazione di Montefortino.

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