Ha dato vita a "Il Monello" e "L'intrepido": l'editore marchigiano Cino Del Duca ricordato in un docufilm

Ha dato vita a "Il Monello" e "L'intrepido": l'editore marchigiano Cino Del Duca ricordato in un docufilm
Ha dato vita a "Il Monello" e "L'intrepido": l'editore marchigiano Cino Del Duca ricordato in un docufilm
di Francesco Giorgi
4 Minuti di Lettura
Domenica 23 Ottobre 2022, 05:50

MONTEDINOVE - Pacifico “Cino” Del Duca fu un imprenditore, filantropo ed editore marchigiano vissuto tra Italia e Francia nel secolo scorso. La sua storia è la vicenda di un uomo che ha dimostrato per tutta la vita una tenace ostinazione nonché un coraggio tellurico. In ricordo di questo grande personaggio è in cantiere il progetto di realizzazione di un docufilm e di una serie televisiva che verranno prodotti da Superangeli 2 S.r.l. L’iniziativa ha il sostegno della Regione Marche, della Regione Lombardia, della famiglia Del Duca e di partner privati di spicco dell’imprenditoria marchigiana. 

 
Il lavoro come fattorino
Del Duca dovette lasciare la scuola ben presto. Nel 1912, a seguito dei continui rovesci finanziari del padre Giosuè, commerciante di provincia ed ex garibaldino intransigente, la famiglia si trasferì da Montedinove ad Ancona, dove il tredicenne, maggiore di quattro figli, frequentò fino alla terza classe dell’istituto commerciale. Per aiutare la famiglia Cino s’impiegò come fattorino e come piazzista porta a porta di romanzi popolari e dispense per la Hiermann, editrice olandese. Chissà se in cuor suo sapesse o ne avesse già un sentore, quel giovinetto straordinario imprenditore di se stesso, cosa avrebbe realizzato in futuro, partendo da una gavetta obbligata, girando per le Marche a vendere libri, passando per ben due guerre mondiali, fondando giornali e case editrici, fino a diventare tycoon dell’editoria.


Il progetto
«Questo progetto è un riconoscimento alla marchigianità, di cui la figura di Del Duca è espressione ed emblema», spiega la giornalista Paola Severini Melograni, ideatrice dell’iniziativa. «Marchigianità come forza di reazione, anche di fronte alle tragedie. E poi il lavoro, espressione più alta dell’uomo, accompagnato da una visione dell’esistenza che porta ad affrontare ogni giorno come se fosse la prima volta», continua la Melograni. Si partirà con il docufilm, che presenterà il personaggio al pubblico, grazie alle tantissime testimonianze raccolte, dai nipoti agli ex collaboratori di Del Duca. Tra gli sceneggiatori, anche il grande poeta Umberto Piersanti, urbinate, candidato al Premio Nobel per la letteratura nel 2005.

La produzione, che ha il benestare del mondo diplomatico d’oltralpe, rappresenta un ponte tra due nazioni, l’Italia e la Francia. Del Duca fondò, assieme ad Enrico Mattei, il quotidiano “Il Giorno”, diretto da Gaetano Baldacci, il cui primo numero uscì in edicola il 21 aprile 1956 in un modulo giornalistico ancora inedito in Italia, con la prima pagina a vetrina e fogli dedicati alle notizie economiche e agli spettacoli. La loro alleanza si romperà presto, in quanto sin da subito si manifestò uno scontro per il controllo del giornale, che venne acquistato da Mattei attraverso Eugenio Cefis e l’Istituto Bancario Romano.


La cittadinanza francese
Nel settembre del 1957, ottenuta la cittadinanza francese, Del Duca acquista “Franc-Tireur”, trasformandolo in “Paris-Journal”, che venne inserito nella linea dei quotidiani popolari (fra i primissimi in Francia in formato tabloid), con titoli ad effetto, abbondanza di fotografie e fumetti, pettegolezzi. Un “rital” dunque, come venivano chiamati gli italiani che emigravano in Francia, che s’impadronisce di una fetta importante della stampa quotidiana francese, influenzandola notevolmente. Successivamente diventa produttore cinematografico, lasciandoci alcuni tra i film più significativi della storia del cinema: L’Avventura di Antonioni, il Bell’Antonio di Bolognini e Accattone di Pasolini.

----------------------------------------------

Cino Del Duca, che ha costruito un impero mediatico franco-italiano puntando sulla stampa e l’edizione popolare, nasce a Montedinove, in provincia di Ascoli Piceno, nel 1899. Partì in guerra nel 1917, tornato decorato, venne assunto dalle Ferrovie e poi licenziato perché ritenuto sovversivo. Nel 1929 crea la casa editrice La Moderna. Sarà sempre un antifascista. Darà vita a Il Monello, L’Intrepido e nel dopoguerra a Stop. Nel 1938 è in Francia, dove diffonde i suoi giornali anche sotto il regime di Vichy. Verrà insignito della Legion d’Onore. Fondatore de Il Giorno e del Paris-Journal, è stato presidente onorario dell’Ascoli Calcio. Muore a Milano nel 1968.

© RIPRODUZIONE RISERVATA