Monica Vitti addio, Mascino: «Unica, era la più grande». Ad Ancona un murale la ricorda (ma non si può vedere)

Il murale di Monica Vitti realizzato dallo street artist molisano Icks e da Anconacrea alla Lanterna Rossa ora interdetta
Il murale di Monica Vitti realizzato dallo street artist molisano Icks e da Anconacrea alla Lanterna Rossa ora interdetta
di Lucilla Niccolini
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Giovedì 3 Febbraio 2022, 08:50

ANCONA - I suoi occhi immensi e malinconici contemplano le navi che entrano ed escono dal porto di Ancona. E guarda lontano, dal murale dipinto sulla parete del Molo Nord, a specchio sul mare, sotto la Lanterna Rossa. O forse dentro di sé, come a presagire il ritiro, vent’anni fa, nel segreto della sua casa romana, nei pressi di piazza del Popolo. Monica Vitti era considerata un’attrice comica, eppure è stata ritratta con un’espressione assorta.

 
L’opera
Il suo viso, dipinto dallo street artist molisano Icks, nel 2016 con tecnica stencil, assomiglia, per colori e atteggiamento, a quello che ha nella sequenza finale di “La ragazza con la pistola”: seduta su un traghetto che salpa, si accende una sigaretta e guarda lontano, dopo avere abbandonato Vincenzo, l’irriducibile macho siciliano da cui sfugge, definitivamente. Quell’ultima scena del film di Monicelli fu girata ad Ancona: troppo costoso trasferire la troupe a Brighton, dove s’intende ambientata. E su quel molo anconetano Giuffrè/Vincenzo corre, chiamando Assunta, ma lei, sul traghetto bianco che gli sfila davanti, non lo sente più. A questo film ha pensato William Vecchietti, animatore di AnconaCrea, alla seconda edizione del festival. «Volevo celebrare con due opere di street art i protagonisti delle pellicole girate ad Ancona. Monica Vitti, per prima, e poi Nanni Moretti che ne “La stanza del figlio” corre sulle banchine del porto. Quest’ultima, l’Autorità portuale non ce la permise, ma riuscimmo a incaricare Icks, al secolo Fabrizio D’Elisiis, di quest’opera».

Il Comune lo finanziò. «Siamo orgogliosi – dice ora l’assessore alla Cultura Paolo Marasca – di avere sul molo un così bel ricordo di una delle più meravigliose attrici della storia del nostro paese». Peccato che non ci siano più i pescatori, carichi di canne e retini, a contemplarla, né i frequentatori abituali del Molo Nord, innamorati di quest’angolo di porto, e del suo ritratto, quasi di madonna laica: l’accesso è precluso ai cittadini dall’inizio della pandemia. E non si prevede quando sarà di nuovo consentito. «Credo anzi che vogliano demolire il molo. Staccare il murale e portarlo altrove? Non so: l’opera ha senso proprio in quel punto. Almeno, si potrebbero consentire visite guidate», sospira Vecchietti.


Il locale di culto
In tanti, dopo la notizia di ieri mattina, avrebbero fatto volentieri un pellegrinaggio, per ritrovare quel volto dal profilo corroso rosso bordeaux, quella bocca che sembra pronta a un tiro di sigaretta, come dopo un piatto di bucatini all’amatriciana, che ordinava di rigore alla trattoria del Baffo, a Pietralacroce: un suo locale di culto, come la Capannina a Portonovo. E com’è nel ritratto in bianco/nero che l’attrice anconetana Lucia Mascino tiene appeso nella parete d’onore della sua casa romana. «L’ho trovata due estati fa sul banco di un rigattiere. Non me la sono lasciata sfuggire, è il mio mito. La più grande attrice comica, struggente, verace, malinconica e potente. Monica mi sta nel cuore, con quegli occhi lunghi, la bocca grande, la voce strappata e suonante. Unica. Le andrebbe dedicato un padiglione gigantesco nella capitale». 

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