Monica Bellucci: «Non mi vergogno,
bello essere diva con le rughe»

Monica Bellucci
Monica Bellucci
di Michela Greco
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Lunedì 6 Marzo 2017, 08:57 - Ultimo aggiornamento: 10:45
MONTECARLO - Trench rosso, camicetta nera e capelli raccolti in una coda di cavallo, Monica Bellucci ha portato la sua eleganza, semplice e sofisticata insieme, a MonteCarlo, dove ieri sera ha ricevuto il premio alla carriera alla 14/a edizione del Film Festival de la Comédie diretto da Ezio Greggio.

Con il suo carico di bellezza e sensualità l’attrice ha attraversato il cinema mondiale, passando da Matrix a Tornatore, da Virzì a James Bond, da Kusturica - è protagonista di Sulla via lattea, prossimamente in sala - al piccolo schermo, dove duetta con Gael Barcia Bernal. «Non ho fatto molte commedie - dice - ma Vanzina mi diede la mia prima chance con I mitici - Colpo gobbo a Milano, in cui parlavo marchigiano... Poi ho fatto cose divertenti con Giovanni Veronesi (Manuale d’amore, ndr) e tra poco uscirà Mozart in the Jungle, una serie tv americana. Mi sono divertita molto con Gael, avevamo scene forti e ci voleva alchimia. Io ho un ruolo molto divertente, ma anche profondo. Interpreto una cantante d’opera che esce dalle scene: attraverso il registro della commedia si scava a fondo nel dramma di una donna che lotta con se stessa».

Lei, invece, sembra essere sempre più in armonia con la vita e il tempo che passa: «Non mi dà fastidio per niente vedermi sullo schermo con più rughe, e poi sta cambiando il modo di guardare le attrici - commenta la diva, oggi cinquantaduenne - Noi donne siamo più forti e ci rispettiamo di più, di conseguenza gli uomini ci guardano in un altro modo. Il desiderio di filmarci continua e ora siamo rappresentate al cinema in tutte le età, abbiamo carriere lunghe, mentre prima si finiva a 40 anni. Pensate ad esempio a Isabelle Huppert, candidata all’Oscar con un film in cui esprime una sensualità fortissima».

Monica Bellucci oggi è una donna che sa guardare con distacco al suo passato - «Venendo dalla moda, il mio ingresso nel cinema fu un suicidio. Amavo il cinema, ma ero ignorante in materia, molte cose le ho dovute imparare sulla mia pelle» - affronta con filosofia il lavoro nel presente - «Sulle delusioni della carriera ci ridi sopra, sono quelle della vita che ti ammazzano» - e punta sul futuro. Ad esempio con la partecipazione al nuovo Twin Peaks di David Lynch, su cui però mantiene il massimo riserbo, e con un progetto per il piccolo schermo: «Sto pensando a una serie tv che vorrei produrre - annuncia - un prodotto su scala internazionale che porterebbe l’Italia nel mondo, una bella storia potente su una donna molto interessante».
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