Max Giusti, marchigiano a metà, riparte con “Va tutto bene” e promette: «Mai più un titolo come questo, non parlerò di Covid»

Max Giusti domani a Matelica
Max Giusti domani a Matelica
di Chiara Morini
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Sabato 15 Maggio 2021, 10:25

MATELICA - Attore, comico, imitatore e conduttore televisivo: di lui non servono presentazioni se non ricordare che le sue origini, sono marchigiane, o meglio fermane. Max Giusti sarà domani alle 17, sul palco del Piermarini di Matelica. Lo spettacolo, dal titolo “Va tutto bene”, è organizzato dal Comune insieme ad Amat, e fa parte della rassegna “Platea delle Marche in festa”.

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Max finalmente sul palco, e nelle “sue” Marche…
«Nelle Marche torno sempre molto volentieri. L’ho fatto anche il 1° maggio scorso, sono stato al crossodromo di Fermo. Poi mi sono incontrato con i cugini, era molto tempo che non ci vedevamo. Ed ogni volta che ci ritroviamo, è una vera esperienza: pur se eravamo a cena, all’aperto, divisi in tavoli da quattro, però è stato bello. Ogni volta è un racconto, ci diciamo tutto. Quanto al lavoro non potrei essere più felice: torno a teatro, e torno nelle “mie” Marche. Il teatro sarà a posti limitati, però sono convinto che potrà dare comunque un pizzico di normalità. Quanto mi è mancato il teatro, da quell’ultimo spettacolo fatto a Treia, prima delle chiusure dello scorso anno!».


È emozionato?
«E me lo chiede? Parecchio! Penso al momento in cui si riaprirà il sipario, e sarà emozionante.

E non parlo del discorso economico, qui, ma del lavoro, e della gioia di riprendere un’attività che ho scelto, che è una passione, e che sì è anche un lavoro. Manca tutto, mancano i contatti, i viaggi di notte per rientrare dopo spettacoli lontani da casa».


Ripartirà da “Va tutto bene”… ma va davvero tutto bene?
«Torniamo con questo spettacolo che non è nuovo. Stiamo rimettendo tutto insieme, stiamo provando. Vede, il teatro sì, è riaperto, ma tutto deve essere riavviato dopo mesi “folli”. Comunque non metterò più un titolo di questo tipo, promesso. Scherzi a parte, ho scritto lo spettacolo prima della pandemia, molto prima, e il titolo è questo. Mi chiede se va bene? Direi proprio di no, ma comunque in queste due ore, nelle quali porterò la versione integrale, parlerò di tutto. Di usi, di abitudini, un monologo di tante esperienze. Ma non ci sarà nemmeno un cenno al Covid: voglio, anzi devo, farvi “evadere”. Dopo Matelica sarò a Faenza, l’Emilia, insieme alle Marche ha cominciato prima. Ma qui per via del coprifuoco dovrò fare una cosa ridotta».


Cosa ci dice delle Marche?
«A parte la gioia di tornare ogni volta, di cui le ho detto prima? Io, pur se ho la famiglia originaria di Fermo e Monterubbiano, però sono romano. E la mia marchigianità viene pure riconosciuta: ho vinto diversi premi come marchigiano dell’anno, pur essendo romano. Noi che viviamo fuori dalla nostra splendida terra d’origine, spesso vorremmo che rimanesse tutto sempre uguale, ma per fortuna le abitudini cambiano e migliora tutto».


Ci può spiegare?
«Vede, spesso i marchigiani dicono “abbiamo la fortuna del mare a 10 minuti e la montagna a 15”. Ma i giovani iniziano ad uscire da questi stereotipi e si fa attenzione a tematiche come l’enogastronomia. In altre parti d’Italia hanno cominciato prima a puntarci, ma comunque stiamo, cioè state, andando avanti». 

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