Matilda De Angelis: «Ma quale successo, io ho ancora paura»

Matilda De Angelis: «Ma quale successo, io ho ancora paura»
Matilda De Angelis: «Ma quale successo, io ho ancora paura»
di Ilaria Ravarino
4 Minuti di Lettura
Domenica 4 Luglio 2021, 16:28

Una storia vera che la protagonista non ha mai voluto raccontare pubblicamente, negandosi a qualsiasi intervista, e che per la prima volta diventa un film, Atlas, al cinema dall'8 luglio per la regia dell'esordiente Niccolò Castelli. A ispirare la pellicola, presentata ieri in concorso al Taormina Film Fest, è la storia di Allegra, nome di fantasia della ragazza ticinese sopravvissuta all'attentato al Caffè Argana di Marrakech nel 2010, in cui morirono 17 persone tra cui i suoi tre compagni di vacanza.

Matilda De Angelis, lezioni di arrampicata

«Ho incontrato la ragazza sopravvissuta, siamo andate a cena insieme e abbiamo parlato di tante cose, non solo dell'incidente - racconta la bolognese Matilda De Angelis, 25 anni, qui in una delle prove più impegnative della sua carriera - non volevo darle l'impressione di volerla studiare, non mi interessava usarla come cavia per il mio personaggio».
IL TERRORISMO
Nel film, liberamente ispirato ai fatti di Marrakech, il personaggio di Allegra è un'appassionata di arrampicata, in vacanza in Marocco per scalare le vette della catena dell'Atlante. «Ho preso lezioni di arrampicata, è stato interessante ma traumatico.

E ho parlato a lungo con una fisioterapista per imparare a usare il corpo nelle scene in cui Allegra è paralizzata».

Un impegno importante anche dal punto di vista psicologico, «ricordo quel periodo terribile in cui all'improvviso ci siamo resi conto che il terrorismo non era lontano, che sarebbe potuto succedere anche da noi. Magari la sera andavo a ballare e dopo un po' finivo per chiedermi: e se succedesse come al Bataclan? Era un pensiero che ti si insinuava dentro, che ti faceva guardare intorno con sospetto». Per De Angelis, da poco sul set di Robbing Mussolini di Renato De Maria con Pietro Castellitto («Un film sull'oro segreto di Mussolini») e in Di là dal fiume e tra gli alberi tratto dal romanzo semi autobiografico di Ernest Hemingway («Un film difficile, in cui la regista Paula Oritz ha cercato di svecchiare la storia di Hemingway, che non era certo un gran femminista») per De Angelis il 2021 è «l'anno del palcoscenico. Raccolgo ora i frutti del lavoro che ho fatto stando a bottega per tutto il 2019. Il che non significa che non senta la responsabilità: in Atlas sono sempre in scena, ho poche battute, mi devo affidare agli sguardi e al corpo. Ho avuto paura di farlo, ma ho usato quella paura per costruire il mio personaggio».

 

Nonostante il successo internazionale con la serie The Undoing («Quell'esperienza mi ha fatto scoprire di poter essere sensuale. Era un lato di me che non conoscevo») e il consenso nazionalpopolare raccolto come co-conduttrice a Sanremo, De Angelis si dice ancora «molto soggetta al mio stesso giudizio, alla mia età mi sembra sempre di avere poco da dire, poco da raccontare, di non saperlo fare. Vivo in sottrazione da me stessa».


LA MUSICA
Un sentimento che la costringe a rimandare, ancora una volta, il ritorno al suo primo amore, la musica: «Dico sempre che tornerò a cantare ma non lo faccio mai. La musica la vivo in modo molto personale. L'ho sempre fatta con un gruppo e da sola fatico a trovare la giusta forza. Ma negli ultimi anni ho conosciuto gente legata al mondo della musica che mi sta facendo tornare la voglia». Artisti come Madame, di cui De Angelis ha recentemente preso le difese, nell'ambito di una polemica tutta social sulla disponibilità degli artisti a lasciarsi andare con i fan: «Madame? Un piccolo fenomeno. A diciotto anni ha una consapevolezza pazzesca, qualcosa che io non ho nemmeno adesso. Avere quel carattere è una fortuna. E io li amo, questi ragazzi giovani, questi nuovi talenti con una grande fame, di esserci e di fare».
 

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