Pennacchi impegnato in un doppio appuntamento nelle Marche: «La satira oggi? Farla è facilissimo»

Pennacchi impegnato in un doppio appuntamento nelle Marche: «La satira oggi? Farla è facilissimo»
Pennacchi impegnato in un doppio appuntamento nelle Marche: «La satira oggi? Farla è facilissimo»
di Chiara Morini
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Mercoledì 29 Marzo 2023, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 15:27

MATELICA - Doppio appuntamento marchigiano per Andrea Pennacchi, attore, drammaturgo e regista teatrale e volto noto di Propaganda Live. Sarà venerdì, 31 marzo, alle ore 21,15 al Piermarini di Matelica, con “Pojana e i suoi fratelli” (info: 0737781811) e sabato, primo aprile, alle ore 21,15, al Cicconi di Sant’Elpidio a Mare con “Una piccola odissea” (info: 07348196407).
Pennacchi, Pojana cambia tra lo scritto, la televisione e il palcoscenico? 
«Non particolarmente. Forse viene meglio a teatro, il testo nasce lì e Pojana si nutre dell’interazione con il pubblico».

 
Chi sono nella realtà Pojana e i suoi fratelli? 
«I fratelli sono Edo il security, Tonon il derattizzatore, Alvise il nero e altri. Io però spero sempre che non esistano nella realtà, anche se poi qualche volta capita a tutti di essere come loro. Sono maschere, un concentrato di umanità, ma a volte sembra proprio che la realtà schiaffeggi la finzione».
Fare satira oggi è facile o difficile?
«Facilissimo, basterebbe prendere la carta copiativa. Io certe cose le dico con la voce strana. È facile perché il materiale c’è e pure tanto, ma difficile perché rischi di essere superato dalla realtà».
Come nasce Pojana? 
«Gira già da un po’. Io cerco da sempre le voci del bar, dei cantieri, del capannone industriale. Non sono uno che scrive rimanendo a casa, conosco a fondo la realtà e approfondisco quella della mia regione. Ma devo dire che poi sono personaggi che esistono un po’ ovunque e se io sono partito con il raccontare il Veneto, a Caserta hanno riconosciuto i miei personaggi».
A Sant’Elpidio a Mare “Una piccola odissea”: perché narrarla?
«Perchè non farlo? Io amo gli esseri umani, con i difetti e mi chiamo dentro anche io. Non sono un osservatore distaccato, e questo me lo ha insegnato Omero. Ho già cominciato con l’Iliade e ora faccio l’Odissea. Due persone e storie diverse, nell’Iliade tutto più lineare, l’Odissea, con più sfaccettature, l’ho immaginata nel mio quartiere». 
Odisseo è un eroe mitologico, ma nella realtà esiste? 
«Sì, certo che esiste. Si manifesta quando c’è bisogno di lui. Ma guardi che non è poi una meraviglia essere un eroe, comporta anche dolori. Prendiamo per esempio i medici: durante la pandemia erano considerati eroi, ora sono pure vittime di aggressioni». 
Politically correct o “scorrect”? 
«Nella vita io predico sempre il rispetto di tutti. La mia opinione però, e qui passo al lavoro, è che sul palco va portato il punto di vista del personaggio: per esempio se c’è un omofobo, non potrà difendere ciò che odia, non sarebbe teatro, ma a quel punto una conferenza. Il teatro deve essere libero».
Progetti in cantiere?
«Ne ho più del tempo a disposizione.

Ma posso dire che sono contento che dal primo aprile su Rai 5 vanno in onda l’Iliade e l’Odissea. La prima è arrivata alla fine, la seconda è in partenza».

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