Valentini si mette a “Nudo”, è uscito il secondo disco del sassofonista di Urbania con importanti collaborazioni

Massimo Valentini si mette a “Nudo”, è uscito il secondo disco del sassofonista di Urbania con importanti collaborazioni
Massimo Valentini si mette a “Nudo”, è uscito il secondo disco del sassofonista di Urbania con importanti collaborazioni
di Eugenio Gulini
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Lunedì 27 Febbraio 2023, 06:30

URBANIA - Massimo Valentini, di Urbania, tra i migliori sassofonisti italiani, ha appena pubblicato “Nudo” il suo secondo disco, disponibile nei negozi specializzati e su tutte le piattaforme digitali.


Come nasce “Nudo”?
«Credo che mettere a nudo il proprio essere, i propri sentimenti o piacersi nudi è fondamentale per capire chi siamo, per essere sinceri con noi stessi. “Nudo”, rappresenta per me un arrivo ma anche un punto di partenza, una possibilità di essere ciò che sono, una possibilità di liberarmi del superfluo e liberare e rivelare una parte di me».


Ha avuto tante collaborazioni eccellenti, Javier Girotto, Fabrizio Bosso, Raphael Gualazzi, Antonella Ruggiero, Federico Mondelci, Elisa Ridolfi Dopo una prima opera tutta tua nel 2016, “Jumble”, ora una seconda. Quali colleghi ha scelto e perché?
«Anni fa a Bologna, nel 2011, in una circostanza casuale, ebbi la fortuna di incontrare Lucio Dalla. Parlammo di musica, del desiderio di creare una band e lui mi disse: “scegli i migliori e possibilmente diventate amici”. Così feci. Ho impiegato due anni per scegliere “i migliori”, ora sono otto anni che suono con loro e siamo amici. Paolo Sorci, Andres Langer, Filippo Macchiarelli e Gianluca Nanni. Oltre alle straordinarie capacità tecniche, ognuno di loro ha una forte personalità e sensibilità ed è ciò che esige la mia musica e il mio suono. Questa è la miglior formazione che io abbia avuto fino ad ora».


Ci sono altre collaborazioni?
«Nell’album hanno partecipato anche Marta Celli all’arpa celtica e Marco Zanotti alle percussioni; in un brano, il primo dell’album, anche un quartetto d’archi formato da Ximena Jaime al violino, Michele Vagnini alla viola, Vladimir Zubitsky al violoncello e Jean Gambini al contrabbasso. C’è anche un bellissimo testo scritto assieme a Marcia Bacciardi. Assieme al mio nuovo booking stiamo lavorando per la realizzazione di una tournée in Nord Europa e in Brasile. In Italia ci stiamo accordando con dei festival».
Come etichettare la sua musica?
«Chiamiamola “Jumble Music”».
Che influenza ha il territorio sulle sue composizioni?
«I viaggi, le persone, il cibo, i concerti, tutto ha influenzato la mia musica; mi fermo per scrivere e poi riparto. Scrivo anche pensando al mio suono, quello viene dalla terra dove sono cresciuto, Urbania e tutto l’appennino intorno ad essa, le colline coperte di grano in estate, il colore e l’odore dei boschi in autunno, il profumo dei ciliegi e del sambuco in primavera, la neve...».
Quali esperienze l’hanno arricchita?
«Ho sempre amato cucinare, già da bambino.

Quando ho iniziato a viaggiare per l’Italia, l’Europa e oltreoceano per fare concerti, la prima cosa che facevo e che faccio tutt’ora è scoprire i piatti tipici del luogo e mangiarli. Di conseguenza, le collaborazioni più belle tra musicisti, organizzatori e altre persone nel mondo, sono nate quasi sempre a tavola e prima di suonare».

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