Boldi: «In “Natale su Marte” sarò il figlio di Christian De Sica»

Massimo Boldi con Christian De Sica
Massimo Boldi con Christian De Sica
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Domenica 13 Settembre 2020, 16:05 - Ultimo aggiornamento: 16:52

«Sarà come un fantasy: il film è ambientato su Marte, anno 2050, perché la Terra non era più in grado di contenere la popolazione e quindi ci si sposta sul pianeta rosso». Massimo Boldi ha raccontato così la trama del film Un Natale su Marte, atteso nei cinema per le feste di fine anno, alla seconda serata del Festival della Commedia Italiana, che si conclude il 13 settembre a Formia. «Sarò il figlio di Christian De Sica - ha anticipato l’attore - ma non sarò sottoposto ad alcun trucco in grado di ringiovanirmi. Sarò io, ma anagraficamente sarò molto più giovane. Ovviamente non posso spiegare come questo possa essere possibile, lo si capirà soltanto guardando il film».

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«Sul set - ha aggiunto - ci sarà anche Milena Vukotic: sarà una vedova allegra e cercherà di consolarmi perché pensa, erroneamente, che siamo coetanei. È stato strano girare questo film in questo difficile periodo storico: abbiamo dovuto fare tamponi ogni cinque giorni per poter essere un pò tranquilli».
Quanto al suo post social sul Covid di qualche fa, che ha fatto discutere, «mi hanno dato del negazionista - ha detto Boldi - ma non è vero. Ho scritto quel post perché per il 30mo compleanno di mia figlia hanno preparato un video che comprendeva vari ricordi, alcuni anche con mia moglie. Mi è venuta un pò di malinconia, e mi sono chiesto se fosse possibile lasciare ai giovani un mondo come quello attuale. Quale sarebbe il loro futuro? Erano le sei del mattino quando scrissi di getto quel post, implorando Nostro Signore. Dopo un paio di giorni ricevetti messaggi di consensi anche dalla virologa Maria Rita Gismondo, da Vittorio Sgarbi e Red Ronnie». Poi ha concluso: «Mi reputo critico su tali argomenti perché mi chiedo cosa succeda in caso di positività asintomatica. Perché in realtà non è morto nessuno. Vorrei davvero riuscire a capire questo passaggio. La cosa curiosa e strana è che non si tratta di una situazione soltanto italiana. Si potrebbe pensare anche a un pasticcio internazionale, governativo. Forse questa è la nostra terza guerra mondiale e non ce ne siamo ancora resi conto». 

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