Massimo Boldi: «Deluso da Pupi Avati, mi ha tolto il ruolo». Doveva fare il padre di Sgarbi

Massimo Boldi: «Deluso da Pupi Avati, mi ha tolto il ruolo». Doveva fare il padre di Sgarbi
Massimo Boldi: «Deluso da Pupi Avati, mi ha tolto il ruolo». Doveva fare il padre di Sgarbi
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Martedì 11 Agosto 2020, 13:44 - Ultimo aggiornamento: 8 Marzo, 04:51

È scontro tra Massimo Boldi e Pupi Avati. L'attore comico avrebbe dovuto interpretare il padre di Vittorio Sgarbi nel film girato dal regista bolognese dedicato ai genitori del critico d'arte, ma è stato sostituito da Renato Pozzetto. «Ho appreso della scelta di Pupi Avati di sostituirmi proprio dal mio amico fraterno Renato - spiega Boldi in un'intervista esclusiva pubblicata dal settimanale Chi - che ha preso il mio ruolo, me lo ha detto il giorno del suo compleanno. Una scelta che mi trova d'accordo, è il mio maestro, ma avrei preferito che Pupi mi facesse una telefonata per dirmelo, e invece...». Nell'intervista, che andrà in edicola da mercoledì 12 agosto, Boldi svela la sua  amarezza per quella che ritiene una ingiustizia da parte di un suo vecchio amico, il regista Pupi Avati.

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La pellicola era ispirata al libro Lei mi parla ancora, che Giuseppe Sgarbi ha scritto pensando alla moglie Rina Cavallini, scomparsa dopo 65 anni d'amore. Una scelta che aveva messo tutti d'accordo, a partire da Vittorio, che chiamava già «papà» Boldi, vista la straordinaria somiglianza con suo padre. Circa un anno fa, a primavera del 2019, sono stato contattato da Pupi Avati e da suo fratello Antonio, produttore, per fare un film sulla storia dei genitori di Vittorio Sgarbi, racconta Boldi a «Chi».

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A giugno dell'anno scorso mi è arrivata la sceneggiatura, dal titolo provvisorio Il tepore del ballo, e le riprese erano previste per ottobre-novembre 2019. Ma, poi, le riprese hanno cominciato a slittare di mese in mese. Sono rimasto a disposizione quasi un anno, accettando un cachet in linea con il budget e rinunciando a una serie di benefit. Il film avrebbe dovuto essere presentato alla Mostra del cinema di Venezia e questo sarebbe stato un ulteriore motivo di prestigio. Ci siamo visti dopo la quarantena, che aveva bloccato per mesi tutte le produzioni. Il 6 luglio ho fatto la prova costume. Ma ancora non si sapeva niente circa la data di partenza delle riprese. Non ho saputo più nulla del film di Avati, finché non mi è giunta voce che avessero preso Johnny Dorelli al mio posto.

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Ho chiamato Giorgio (vero nome di Dorelli, ndr) e gli ho detto: «Giorgio, ma tu fai il film di Pupi Avati?». E lui mi ha risposto: «Ma stai scherzando? Non mi posso muovere». Il giorno del compleanno di Pozzetto, il 14 luglio, ho cercato Renato per fargli gli auguri. E lui mi ha detto: «Come regalo di compleanno ho accettato di recitare in un film che dovevi fare tu». Sono rimasto come un coglione. Per me una stretta di mano vale più di un contratto. E la reazione di Avati? Gli ho scritto un messaggio per chiedergli come avremmo fatto a spiegare ai giornali questo cambio in corsa e lui mi ha risposto: «Fai come vuoi», spiega Boldi che ora è tornato sul set con l'amico Christian De Sica per girare il nuovo cinepanettone per la regia di Neri Parenti.
 

 

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