Marlene Kuntz a RisorgiMarche. Il frontman Godano: «Musica e sostenibilità i nostri valori»

Marlene Kuntz a RisorgiMarche. Il frontman Godano: «Musica e sostenibilità i nostri valori»
Marlene Kuntz a RisorgiMarche. Il frontman Godano: «Musica e sostenibilità i nostri valori»
di Chiara Morini
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Venerdì 5 Agosto 2022, 02:25 - Ultimo aggiornamento: 10 Marzo, 06:53

Farà tappa oggi, venerdì 5 agosto, alle ore 16, al parco fluviale Santa Croce di Mogliano, la “Karma clima experience” dei Marlene Kuntz. Il concerto, che fa parte del tour che il gruppo sta facendo, è una delle tappe di RisorgiMarche.

Cristiano Godano, frontman dei Marlene Kuntz, perché essere a RisorgiMarche?
«Arte e sostenibilità sono i nostri valori. Sono gli stessi valori di RisorgiMarche, noi abbiamo abbracciato tematiche quali il cambiamento climatico ormai da tempo. La scienza ci dice che sta andando sempre peggio, e le estati lo stanno dimostrando».


Come nasce la collaborazione?
«Un paio di mesi fa eravamo a Roma alla presentazione di un libro, c’era Neri Marcorè, con cui abbiamo chiacchierato, poi è arrivato l’invito e infine, eccoci qua».


Come declinate queste tematiche in Karma Clima?
«Spero dal punto di vista poetico.

Ogni brano ha la sua storia ed è quella, ma non puntiamo nessun dito, non facciamo alcun moralismo. La nostra è un’opera artistica, il testo è poetico, poi ci sono le angolazioni che diamo».


Può essere l’ultimo singolo “La fuga” emblema del progetto?
«Non credo sia così rappresentativa. Il brano era insieme ad altri, e dopo 5 anni di silenzio discografico forse rappresentava un aggancio alla nostra arte. Il suono è decisamente quello dei Marlene, forse è il brano più rock».


Non è la prima volta che vi dedicate a queste tematiche.

«Ormai tutto ruota attorno alla consapevolezza dei cambiamenti climatici. Non siamo rivoluzionari, siamo solo dei musicisti che fanno molta musica, e noi, come artisti, possiamo farci megafono di alcuni argomenti. Di gente ottusa ce n’è molta in giro, sono tanti quelli che non credono nel cambiamento climatico. Serve una presa d’atto collettiva per il futuro, altrimenti quando ci si sveglia si rischia che è davvero troppo tardi».


Appartenete alla storia del rock italiano, dove crede che stia andando oggi?
«Non so se ci sono gruppi rock di giovani. Se ci sono, sono fuori dai radar. Quelli narrati dai siti sono davvero pochi, io ne ascolto tanta di musica, la cerco, ma di giovani pochissimi, eppure ci saranno, ma non si conoscono. Tolti i Maneskin ovviamente, loro sono di un’altra categoria».


Tutti riscoprono la musica di decenni precedenti: è solo moda o tendenza?
«Riprendendo il discorso di prima, di musica ce n’è tanta davvero, ma gli algoritmi non la fanno vedere. Ci sono eroi, in giro per il mondo di buon rock ce n’è tanto, ma non si riesce a raggiungerlo. Le ricerche? Se tutti le facessero, invece la gente non si informa, “scrolla” e basta. Eppure di musica bella ce n’è tanta, anche sulle piattaforme, basta scoprirle».


Dopo Karma Clima?
«Intanto facciamo questo tour, portiamo avanti questo progetto, poi a fine settembre è in uscita l’album».


Perché esserci?
«L’invito è esplicito ed implicito. La musica buona c’è, il posto pure. La voglia di musica, quasi necessità coincide con i tempi. Se il pubblico ha davvero voglia di musica, come dicevo, basta trovarla. La rete è piena di info, sforzatevi, andate avanti, e troverete un mondo».

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