Mario Garbuglia, una vita come un film. La figlia presenta a Civitanova il libro con le memorie del grande scenografo

Mario Garbuglia, grande scenografo, nato a Fontespina
Mario Garbuglia, grande scenografo, nato a Fontespina
di Chiara Morini
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Mercoledì 25 Maggio 2022, 20:17

CIVITANOVA - «Ho avuto la sensazione che la sua vita sia stata come un film», così Daniela Garbuglia Massidda, figlia del grande scenografo Mario, descrive la vita di suo padre, nato a Fontespina nel 1927 e morto a Roma nel 2010. La sua città d’origine, Civitanova Marche, gli renderà omaggio, il prossimo venerdì 27 maggio, con un evento al teatro Cecchetti, previsto per le ore 21.

 
La vita
«Mio padre – racconta Daniela – ci diceva sempre che era nato a Fontespina, ci teneva a ricordarlo, era venuto al mondo nella casa dei nonni. Lui ci raccontava sempre la storia di “Fontespina”, quasi una fiaba per me e i miei fratelli, di questa fonte che sgorgava tra i rovi». C’è un po’ tutto nel volume “Mario Garbuglia. Luce sulla scena”, che sarà presentato nella serata di venerdì, dopo due interventi dei professori Marco Pistoia e Umberto Di Nino. «Abbiamo trovato la casa di quando lui era piccolo – dice la figlia di Garbuglia – ora ci abita un parente. Avevamo anche pensato di mettere una targa, ma i tempi erano troppo stretti. Mio padre era legatissimo alle sue origini di Fontespina, e io stessa venivo nelle Marche, a Porto Recanati, Ancona, ma a Civitanova non mi sono mai fermata. Venerdì sarà per me la prima volta».

Ricorderà la vita cinematografica di suo padre, e il suo essere figlia di un grande artista. «L’unico aspetto, forse negativo – ricorda – è che il suo essere in giro per lavoro lo teneva lontano da casa. Ma quando tornava ci portava regali e ci inondava di racconti e di storie e questo per me e i miei fratelli era davvero bello.

Ricordo tanti personaggi che venivano a casa. Mario Monicelli, Mario Chiari, erano spesso da noi. La troupe poi era come una grande famiglia per lui, e noi la vedevamo come una grande orchestra, una vera squadra fatta non solo di colleghi ma anche di amici». Mario Garbuglia, nella sua cinquantennale carriera, ha lavorato con tanti registi, italiani e anche stranieri, e nelle sue memorie, raccolte dalla figlia Daniela, sono contenuti diversi ricordi.

Su tutti la lunga esperienza di collaborazione con Luchino Visconti, che per Garbuglia era come un mentore. «Quando Luchino morì – ricorda la figlia di Mario – era disperato. La collaborazione cominciò per caso, Visconti girava “Le notti bianche”, e un giorno gli disse “domani devo girare una scena”. Lui lavorò tutta la notte, Luchino fu così soddisfatto, che mio padre, da quel momento, collaborò con lui fino all’ultimo film “Gruppo di famiglia in un interno”, che sarà proiettato venerdì». Film girati in teatro, negli studi di Cinecittà, e tra i ricordi di Mario Garbuglia, v’è anche quello di Franco Mannino, che aveva sposato la sorella di Visconti.

«Una dedica particolare – dice Daniela – mio padre la fece a Ciù, una mia sorella nata da un successivo matrimonio, lei è giapponese, cinese e marchigiana. Le scrisse un messaggio per dirgli chi era, mia sorella nacque che lui aveva 63 anni». Daniela racconterà così suo padre, con il libro che ha pubblicato «raccogliendo le sue memorie. L’ho solo curato, anzi, ho realizzato il sogno di mio padre di vederlo pubblicato. Dentro ci sono lui e la sua anima. E io, insieme a mia cognata, ho realizzato un soggetto per fare un documentario sulla memoria di mio padre Mario. Forse un giorno lo si potrà realizzare».

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