ANCONA - Giovani talenti dello spettacolo crescono nelle Marche, e si fanno conoscere anche fuori regione. Guido Brualdi a Torino, Laura Gazzani e Cecilia Ventriglia a Ravenna, sono stati scelti per presentare i loro rispettivi progetti nelle vetrine offerte dalle varie regioni partner dell’Amat.
Urbinate d’origine e pesarese d’adozione, Guido Brualdi è stato ieri al “Glocal sound giovane musica d’autore in circuito” di Torino. «In realtà ho cominciato coi fumetti – racconta –, una passione che ho sin da bambino. Poi ci sono stati il liceo artistico e la scuola del libro». Il tutto mentre ha iniziato lo studio della chitarra da autodidatta. «Ho cominciato a scrivere i primi brani – spiega –. Musica e fumetti al momento come le rette parallele. Sto però lavorando per “incurvarle” e farle incrociare». Come fa in “Stagione”, spettacolo tratto dall’omonimo primo fumetto lungo, che a Torino arriva dopo un tour estivo, tra cui il Fof. «Sono io che leggo, racconto, suono la chitarra e canto – le parole di Barualdi –. Con me ci sono tre cartonati, i personaggi dei miei fumetti». Nelle Marche sta bene, essere a Pesaro «è vantaggio o svantaggio, qui creo bene sia i fumetti che la musica, entrambi con base autobiografica, ma vedo che c’è l’esigenza anche di uscire dal territorio per far conoscere i nostri lavori».
Non solo musica, ma anche danza, che da oggi, 7 ottobre, e fino a sabato 9, a Ravenna, vedrà protagoniste due marchigiane. La civitanovese Laura Gazzani presenterà alla Vetrina della Giovane danza d’autore “Pedro”. La dance maker da piccola faceva danza e altri sport. «A causa di un problema fisico ho avuto uno stop di qualche mese e non danzare inizialmente era un sollievo – racconta -.
L’ascolana Cecilia Ventriglia, a Ravenna anche lei, è tornata nella sua Ascoli Piceno da un paio di anni. «Con una rete di artisti di diverse discipline e con Amat le opportunità non sono mancate – racconta – partire qui è buono, ad Ascoli si lavora in serenità». Nell’Ascolano di progetti e di cose ne sono state fatte, le occasioni di contatto ci sono pure state. Il problema? «Ipotizziamo che qui creo, e in un centro come Milano faccio conoscere il mio lavoro – dice –. Le due città però non sono tanto diverse tra di loro: in entrambi i casi, qui e fuori, mancano spazi per le prove di noi giovani ed emergenti artisti indipendenti». Ha iniziato a fare danza tardi, quando all’università si è iscritta a una scuola per fare attività. «Sono entrata e sono subito stata bene – racconta – ero me stessa, mi sentivo “rapita dalla musica” e dalla poetica e ho fatto anche laboratori teatrali».
A Ravenna porterà “Anonima”, un lavoro «che come tutti gli altri sono al limite del teatro. Con l’aiuto scenografico di Davide Calvaresi e quello del disegno luci di Pietro Cardarelli, ho creato questa performance che vuole aprire domande sul mistero dell’esistenza. Una sorta di confronto uomo-divino».