Il rettore Adornato impegnato nelle ultime pratiche sogna di tornare nell'isola verde: «L'Irlanda piovosa ricordando le corse sull'Aspromonte»

Il rettore Adornato impegnato nelle ultime pratiche sogna di tornare nell'isola verde: «L'Irlanda piovosa ricordando le corse sull'Aspromonte»
Il rettore Adornato impegnato nelle ultime pratiche sogna di tornare nell'isola verde: «L'Irlanda piovosa ricordando le corse sull'Aspromonte»
di Lucilla Niccolini
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Domenica 4 Settembre 2022, 04:10

MACERATA - Piove, nell’estate di Francesco Adornato, che sogna di tornare nell’umida, verde Irlanda. «Estate, per me, non è espressione di una stagione meteorologica, ma un estensione della mia vita. Mi viene in mente l’incipit della poesia “Morte di una stagione” di Fernanda Pivano: “Piovve tutta la notte / sulle memorie dell’estate”».

Gli ultimi mesi da rettore

In questi mesi, è rimasto a Macerata, a chiudere le ultime pratiche. Poi, il 31 ottobre, lascerà lo scranno di rettore, e quindi la cattedra di prof. «Una volta in pensione, conto di recuperare le piccole abitudini: lunghe passeggiate nei dintorni di Castel Sant’Angelo sul Nera, e un viaggio a ritrovare quell’isola, la mia prediletta perché ricorda le mie origini». Origini? Ma se è nato a Cittanova, in Calabria, che affinità con l’Irlanda? «Più di quanto si pensi. Il mio paese si affaccia sulla piana di Gioia Tauro, dalle prime pendici dell’Aspromonte. Tanta vegetazione, tantissima acqua, fiumare ombreggiate da filari di pioppi. Da bambino, finita la scuola, trascorrevo le estati in campagna, dove i miei avevano un podere, con olivi e mucche. Vivevo giornate come quelle di Giorgio Caproni, in “Vento di prima estate”: “le risse e le sassaiole / chiassose, nel vento è vivo / un fiato di bocche accaldate / di bimbi, dopo sfrenate / rincorse”. Tra bande, a seconda del livello di rivalità, ci lanciavamo arance, mele granate, o pietre. Tornavo a casa sempre con un bernoccolo». Il ricordo delle risse e delle sassaiole ritorna nei brevi racconti che Adornato ogni tanto scrive, e che manda come regalo di Natale agli amici. «Vi è ricordato l’amico Sartana, mio fratello di latte, e le canne appuntite che lanciavamo sulle pale dei fichi d’India, i nostri bersagli». Una stagione forse mitizzata, di cui sono rimasti i valori di umanità. «Da ragazzo, la sera restavo sul gradino della porta di casa, ad ascoltare il rumore ritmato dei telai delle tessitrici, le voci delle donne che tornavano dai campi, cantando la nostalgia dei figli lontani, migranti».

La campagna

Un amore per la campagna, che deve avere indirizzato i suoi studi: Diritto agrario. «Ho inseguito, per approfondirne la conoscenza, le regole di quello che facevano i miei genitori».

Poi, negli anni ‘80, l’arrivo all’università di Macerata. «All’inizio mi sentivo come la piccola fiammiferaia, guardavo i marchigiani come da dietro una vetrina. Poi, superata la soglia di diffidenza tipica del mondo mezzadrile, con tutto l’individualismo che comporta, ho trovato una grande generosità, disponibilità all’ascolto. E anche la natura di qui, che con tanta malinconia dipinge Lorenzo Lotto nei suoi sfondi, mi ha aiutato ad ambientarmi». Ha scoperto i Sibillini grazie all’allora presidente del Parco. «Mi ha fatto conoscere Castel Sant’Angelo sul Nera. Un piccolo mondo affine a quello da cui provengo: fiume, pioppi, odore di erba falciata. Con mio figlio Daniele, quand’era bambino, ci ho trascorso tante estati, prima che il ruolo di rettore finisse per ridurre il tempo libero. Poi, il terremoto. Ma ci tornerò, così come torno ogni anno a Cittanova. Non ho mai del tutto lasciato il mio paese. Anche quest’anno, ho fatto un viaggio lampo da mia madre, che ha 90 anni».

Il ritorno alla gioventù

Un ritorno, circolare, alla sua gioventù. «Per questo, aspetto di ripartire per l’Irlanda, per riprovare il senso di libertà di quando viaggiavo per l’Europa, in autostop». Poi, da prof, Adornato ha scoperto il mondo. «Mi ha aiutato a restare fedele a me stesso, alla mia cultura, ad acquisire fiducia nella mia stessa storia». Che continua con la piccola Elisa, la figlia di Daniele. «In questi giorni compie cinque anni e domani (oggi per chi legge, ndr) farò un salto a Roma. Mi manca».

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