A Macerata e Tolentino le opere di Lorenzo Marini visitabili fino al 14 novembre: «Freetype, liberare le lettere è una forma d’arte

Lorenzo Marini
Lorenzo Marini
di Chiara Morini
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Lunedì 25 Ottobre 2021, 10:52

MACERATA - Prima che semplici segni le lettere sono una vera e propria forma d’arte. Questo è il pensiero di Lorenzo Marini, le cui opere sono esposte tra Macerata e Tolentino, nella mostra “Freetype”, fino al prossimo 14 novembre. 

 
Lettere libere
Il titolo della mostra letteralmente significa “Lettere libere”, una necessità per lo stesso Marini. «Le lettere – spiega l’artista – non sono solo segni, ma poesie, storie, pura arte. Quando dico liberare le lettere dalla loro funzione intendo guardare cose nuove attraverso cose vecchie, appunto le lettere stesse». Elementi delle parole che diventano quindi composizioni dalle possibilità infinite. A loro volta le parole appaiono «come cibi pre-confezionati, dove le lettere sono piccoli puntini in una manciata di infinito. Un esempio di quello che sto dicendo può essere la lettera “O”: è davvero perfetta. Se prima si mette la “N” diventa una negazione, “No”. Ma se dopo di essa si aggiunge una “H”, diventa un’esclamazione, “Oh!”». Marini parla delle “sue” lettere mostrando un grande amore verso di esse. «Sì è vero – precisa – le amo, perché amo la vita. Cerco sempre il bello, in ogni cosa da fare e che faccio. Anche la calligrafia è vera e propria arte». Non solo opere esposte al Politeama di Tolentino e a palazzo Buonaccorsi di Macerata. Lorenzo Marini è uscito dal palazzo e ha creato splendidi fuori dalle sale. «Uno spazio culturale – spiega – deve uscire dall’ordinario.

Ecco perché io non mi approccio all’arte con i classici pennelli, ma entro nel mondo artistico con cartonati, specchi e altri materiali».


Media mix
Di fatto si tratta di una tecnica mista, ma lui preferisce chiamarla “Media mix”, un’insieme e una mescolanza di tecniche, di grafiche, di foto, di fumetti, di ogni cosa «figlia del nostro tempo», aggiunge. Un po’ come mescolare il sale allo zucchero, così viene fuori una mescolanza tra visivo e verbale. E ciò che Marini vuol fare è proprio questo. «Gli obelischi – dice – di solito sono quadrati, ma io li ho voluti fare rotondi. Non ho utilizzato la pietra, ma gli specchi. E ho messo insieme piccoli frammenti, le lettere. Obelischi a parte, in una delle opere c’è la R, sopra la quale ho messo un quadro: la r come ritratto. Oppure con la L abbino una busta, perché è l’iniziale della parola lettera».


Il visivo
L’attenzione al visivo, per Marini, «incarna la sociologia del momento. Il nostro linguaggio si sta facendo sempre più visivo, e il messaggio verbale ha sempre meno valore. Si pensi ad esempio alle “faccine”, le emoticons». Esempio di comunicazione verbale, unita alle immagini, sono i loghi. Il linguaggio visivo è internazionale, e le lettere entrano da protagoniste anche nei marchi. «Io faccio qualcosa del genere – precisa Marini – nelle mie opere mando dei segni, ma senza abbinarli ad un brand». La mostra parte da Los Angeles, arriva in altre città prima di toccare Macerata e Tolentino. «Chi guarda le mie opere – chiude - ha la stessa reazione di chi guarda opere grandi. Prima si presta attenzione alla propria lettera, poi si notano le altre». 

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