Disegni? Carte con strani simboli? Un mazzo di Tarocchi è un libro per immagini che racchiude tante conoscenze

Un mazzo di Tarocchi
Un mazzo di Tarocchi
di Anna Maria Morsucci
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Venerdì 5 Febbraio 2021, 08:18 - Ultimo aggiornamento: 12:49

ANCONA - Semplici disegni? Carte con strani simboli? Portatori di un messaggio occulto? Tutto questo e molto altro. Perché i Tarocchi, tramite re, regine, imperatori, eremiti e angeli, ci parlano con un linguaggio simbolico universale che ha attraversato i secoli e che ci aiuta a comprendere meglio noi stessi e la nostra vita.

 
Le carte dei Tarocchi sono troppo spesso associate a contesti di dubbio gusto e di scarsa serietà, dimenticando completamente la storia, la tradizione e la simbologia di queste bellissime immagini. Ed è un peccato, perché un mazzo di Tarocchi è in realtà un ricchissimo libro per immagini, la cui comprensione è legata a un codice narrativo e simbolico che ha attraversato i secoli e che racchiude in sé un variegato universo di conoscenze che passa per l’alchimia, l’astrologia, la religione cristiana, il paganesimo e le antiche filosofie che si rifanno a Pitagora e Platone e correnti esoteriche e filosofie contemporanee. Quando ci si trova di fronte alle immagini il primo impatto, in genere, è una sorta di straniamento. È come attraversare un labirinto per la prima volta, senza punti di riferimento. Tuttavia, basta soffermarsi con lo sguardo per qualche istante in più per scoprire in ciascuna carta dettagli irripetibili parlano di noi. Ci specchiamo in quelle immagini e in loro riconosciamo noi e la nostra vita. Sono immagini che ci parlano, perché rappresentano situazioni, stati d’animo emozioni che ognuno di noi si trova a sperimentare nella propria vita. In questo sono dei modelli (Archetipi) universali.
Anche se i concetti espressi dalle immagini sono universali, l’arte dei Tarocchi segue i tempi e ne è una rappresentazione stratificata nel tempo. Infatti, nei secoli si sono cimentati nell’iconografia dei Tarocchi molti grandi artisti. Ogni opera sui Tarocchi è espressione del messaggio universale delle carte, filtrato dal pensiero e dall’artista. Le immagini e i simboli delle carte sono mutate, di pari passo con la visione del mondo: Per esempio nel Rinascimento, la Forza rappresentava la virtù cardinale della Fortezza, ovvero la fermezza e la costanza nella ricerca del bene. Indicava non solo la forza fisica ma anche quella morale. Come spiega Riccardo Minetti, che ha curato insieme a me la mostra “Tarocchi dal Rinascimento a oggi” al museo Ettore Fico di Torino e interverrà domenica 14 febbraio all’Alchimista all’Opera “nei mazzi del ‘900, il concetto espresso dalla forza passa a indicare la superiorità della componente razionale sulla materia e sugli istinti e, di conseguenza, cambiano i simboli per rappresentarla, come è evidente nel mazzo Waite-Smith del 1909, dove troviamo la forza raffigurata come una fanciulla, sul cui capo fluttua il simbolo dell’infinito e che ha appena domato un leone con l’aiuto di un collare di fiori.
Nel Nuovo millennio i Tarocchi hanno avuto una nuova evoluzione - la Forza non rappresenta più il dominio di qualcosa su qualcos’altro ma diventa la capacità di attingere alle proprie risorse interiori, senza privilegiare una parte rispetto all’altra, può indicare le pulsioni dell’individuo, la fiducia in se stessi, la forza dell’ego o la capacità di creare armonia nel mondo, grazie alle risorse psicologiche o spirituali che ogni individuo cela in se stesso”.

Creare un mazzo di Tarocchi, oggi come nel passato richiede conoscenza dei significati simbolici di queste carte, capacità artistica e competenza tecnica. “Il nuovo e l’antico si influenzano costantemente grazie alle idee di studiosi e artisti praticamente di tutto il mondo. La produzione si amplia e cresce costantemente man mano che i Tarocchi si diffondono, abbracciano diverse culture e arrivano in altri paesi.

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