Wertmüller sul palcoscenico
per raccontare il suo ’900

Laura Ripani
Laura Ripani
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Venerdì 28 Marzo 2014, 11:40 - Ultimo aggiornamento: 11:53
GROTTAMARE - La signora ama stupire e, anche questa volta, ci riesce benissimo. Arcangela Felice Assunta Wertmller von Elgg Spanol von Braueich - per tutti molto pi semplicemente Lina Wertmller - innanzitutto sar sul palco. Stasera (venerdì 28), al teatro delle Energie (ore 21,15) nell’ambito del cartellone “Inventario di stagione” non solo firmerà la regia dello spettacolo “Un’allegra fin de siècle” ma elle stessa reciterà parte della rappresentazione della quale ha scritto il testo proprio pensando di esserne protagonista, occupandosi pure dei testi delle canzoni interpretate da Nicoletta della Corte per le musiche composte dallo scomparso Lilli Greco, in collaborazione con Lucio Gregoretti. A Grottammare, il pianista, verrà sostituito da Francesco Bancalari.

E se la più famosa regista italiana ha abituato il suo pubblico a titoli chilometrici per i film che le hanno dato fama, anche internazionale, l’intervista l’ha rilasciata a mo’ di tweet, quasi contando i caratteri, dimostrando dunque una modernità sorprendente.

Lo spettacolo parla di dittatori e famose donne dello spettacolo internazionale. Cosa l’ha ispirata?

Il 900 è stato si il secolo breve, ma non per questo privo di spunti grotteschi, tragici ed ironici, tutti temi riproposti in scena.



Fine di un secolo o inizio di un’era nuova?

La storia si ripete, basta leggere i giornali! Direi che guardando l’oggi è piuttosto decadente, e il senso non saprei proprio dove trovarlo.



Quali sensazioni le provoca il teatro?

Fra cinema e teatro non vedo differenze, è sempre la stessa emozione, fra l’altro è sempre la dimensione del racconto che gli unisce.



Lei ha attraversato tutto il 900. Intende mettere ordine ai ricordi, fa storia o c’è qualcosa di creativo?

La creatività si trova ovunque, basta mettere qualcosa di personale.



E’ l’unica donna regista già candidata all’Oscar. Un giudizio sulla Grande Bellezza.

Cosa vuole che le dica, lo dice il titolo, è molto bello.



Questo successo puó avere effetti positivi sul cinema, oggi?

Credo proprio di sì.



Il Parlamento ha bocciato la parità di genere... lei è emersa in un mondo al maschile. Come ce l’ha fatta?

Il femminismo è stato in certe forme indispensabile, ma in alcuni casi esagerato. Ho sempre pensato che donne e uomini siano uguali, però per certi punti di vista è meglio che siano diversi.



Qual è il suo rapporto con le Marche?

Ci sono stata diverse volte e le ho anche recentemente riscoperte: i cieli autunnali, le dolci colline e il mare da cui nascono profumi e cibi unici. Proprio l’anno scorso abbiamo allestito nel piccolo ma delizioso centro di Cagli, lo stesso spettacolo che vedrete a Grottammare.



Una città, Grottammare, che quest’anno ha avuto una stagione davvero sorprendente, realizzata in collaborazione con la Regione Marche e l’Amat dal Comune e dall’associazione Onagro capace di mettere insieme Corrado Augias e Vito Mancuso, Piera degli Esposti e Dacia Maraini solo per citare qualche nome.
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