“Prima del silenzio”
replica oggi a Fano

“Prima del silenzio” replica oggi a Fano
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Domenica 5 Gennaio 2014, 02:09 - Ultimo aggiornamento: 6 Gennaio, 02:46
FANO - Oggi si replica alle ore 17: al teatro della Fortuna di Fano Leo Gullotta interpreta "Prima del silenzio" di Giuseppe Patroni Griffi, per il primo spettacolo 2014 di FanoTeatro, cartellone di prosa organizzato dalla Fondazione Teatro della Fortuna in collaborazione con Amat. Il testo è del 1979 e fu scritto da Patroni Griffi su, per e con Romolo Valli che lo mise in scena fino a quell'ultima sera che lo vide morire dopo lo spettacolo per un incidente d'auto sulla strada che dal Teatro Eliseo lo portava a casa. La pièce è diretta da Fabio Grossi, con Leo Gullotta protagonista accanto al ventiduenne Eugenio Franceschini. In scena oltre agli attori "in carne ed ossa", anche le "apparizioni" di Andrea Giuliano e Sergio Mascherpa (il Figlio e il Cameriere), e la speciale "apparizione" di Paola Gassman (la Moglie). I video sono di Luca Scarzella, le musiche di Germano Mazzocchetti, il disegno luci di Umile Vainieri, la risoluzione scenica di Luca Filaci, il disegno audio di Franco Patimo, Mimmo Verdesca è regista assistente.

E mentre i genitori sono in sala a godersi lo spettacolo, i loro figli, tra i 6 e gli 11 anni, parteciperanno a laboratori ludico-creativi alla scoperta della magia del Teatro. Prenotazioni e info presso il botteghino del Teatro (via email o via fax).



Dunque, torna nelle Marche Leo Gullotta, straordinario protagonista del teatro italiano, leggero e non. "È per me un'occorrenza felice tornare qui, dove c'è una tradizione teatrale straordinaria. Fano, poi è una città deliziosa, con un magnifico teatro". È sua l'interpretazione di "Prima del silenzio" la pièce che Peppino Patroni Griffi scrisse 33 anni fa per Romolo Valli. "Era doveroso questo omaggio a Patroni Griffi e a Valli, in un paese dalla memoria corta. E dopo 33 anni colpisce e affascina molto di più oggi, questo testo, che sembra scritto... domani mattina".



Dov'è l'attualità?

"Ma nel fatto che l'autore ha saputo vedere nel futuro, presagire un paese fermo, privo di programmi e di evoluzioni per ambiguità e bassezza politica, com'è oggi. Questo testo oggi racconta il fallimento di una società, della sua cultura: racconta la morte della parola, di cui dobbiamo riappropriarci. Qui, dove la scuola, l'università e la ricerca sono schiaffeggiate e umiliate, affascina e coinvolge questo un atto unico che costringe lo spettatore a pensare, ad aprire a forza i suoi cassettini dell'anima che ha fatto finta di chiudere".



Nella messinscena, il regista Fabio Grossi evoca gli altri personaggi con dei filmati...

"Fabio ricrea immagini in digitale, con effetto straordinario, non scontato, e tira per i capelli lo spettatore a ragionare... così come lo spettatore non sprovveduto vuole fare a teatro. In questo paese di opportunisti, ci sono anche tanti onesti che vogliono riprendersi la parola".



Che rapporto con Valli, il primo interprete della pièce?

"Purtroppo non l'ho conosciuto personalmente, anche se ho visto i suoi lavori. Ma ho conosciuto bene Patroni Griffi, persona squisita, piacevole, intelligente e leggera, creativa. Ha scritto libri meravigliosi, ma stranamente è stato condannato all'oblio. Forse dava fastidio allora. E anche oggi...".



E lei, dà fastidio?

"Sono cresciuto con meravigliosi genitori: molto semplici ma intelligenti. Poi, a quattrodici anni ho cominciato per caso col teatro. Ero un ragazzino curioso, e ho avuto la fortuna di crescere con uomini che si chiamavano Turi Ferro, Salvo Randone, Pippo Fava: sono stati per me come gli insegnanti che ci fanno amare la materia, ma ci insegnano anche il rispetto verso gli altri, la misura della libertà, la legalità, la professione, lo studio. Se ho dato fastidio? Sono abituato a dire quello che penso, senza ambiguità o ipocrisia, in un paese dove l'ipocrisia è sport nazionale".



Cosa ha dato di sé al protagonista di "Prima del silenzio"?

"Ogni personaggio è un viaggio nell'anima del personaggio, che non è scritta in nessun copione: il compito è di grattare fino in fondo, con coscienza e onestà. E il pubblico sa che non ho mai fatto niente di disonesto o di furbo. Qui, la sfida era ridare l'anima del protagonista alla platea, con forza e verità incrollabili".



Cosa ha cercato di trasmettere di suo?

"La voglia di vivere, prima del silenzio. L'impegno a riappropriarsi della parola, che ha un senso per gli individui. E per i cittadini".
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