I King of Convenience in concerto il 15 giugno all’arena Gigli di Porto Recanati: «Felici di suonare da voi»

I King of Convenience in concerto il 15 giugno all’arena Gigli di Porto Recanati: «Felici di suonare da voi»
I King of Convenience in concerto il 15 giugno all’arena Gigli di Porto Recanati: «Felici di suonare da voi»
di Chiara Morini
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 31 Maggio 2023, 02:50 - Ultimo aggiornamento: 11:04
Si sono conosciuti a scuola a Bergen in Norvegia e, dopo aver fatto musica nella stessa band, poi sciolta, Erlend Oye e Eirik Glabaek Boe nel 1999 hanno dato vita al duo indie folk Kings of Convenience. Con il loro ultimo disco, Peace or Love, i due raccontano la vita e l’amore, con la loro tipica chiarezza emotiva. Saranno all’arena Gigli di Porto Recanati il prossimo 15 giugno alle 21, per un evento organizzato da Alhena Entertainment.
Eirik Glabaek Boe, quali le sensazioni del ritorno in Italia?
«Siamo felici di esserci di nuovo, abbiamo scoperto, viaggiando, che il vostro paese è la nostra destinazione preferita dove suonare e fare concerti, amiamo l’Italia».
Perché?
«Perché non amarla? Tra tutte le persone nel mondo, quelle che amano di più il paese in cui vivono sono proprio gli italiani. In Italia c’è una bella cultura, una splendida architettura, città stupende, una meravigliosa natura. Oltre al cibo molto buono e alle persone davvero simpatiche e gentili».
Cosa canterete a Porto Recanati?
«Nel 2021 abbiamo pubblicato un nuovo album, Peace or Love, e quindi il nostro concerto sarà un mix tra i brani dell’album e anche materiali dei vecchi lavori, canzoni più vecchie».
Quasi un’antologia dei Kings of Convenience?
«Esattamente; faremo un mix che di fatto sarà un viaggio tra le diverse fasi della nostra carriera».
Tra l’album precedente e Peace or Love sono passati 12 anni, come mai così tanto?
«Le ragioni sono principalmente due. La prima è che avevamo un tale seguito in tutto il mondo, ci chiamavano ovunque per concerti, dall’Europa all’America e non solo, e per portare il nostro vecchio album “Declaration of Dependence” dappertutto abbiamo impiegato dal 2009 al 2014. Quando abbiamo terminato, a parte i nostri progetti solisti, io personalmente, avendo tre figli, volevo stare un po’ più con loro e non girare tutto il tempo con i tour. Poi quando abbiamo iniziato a lavorare all’ultimo album, non eravamo mai completamente soddisfatti. E registravamo più volte, fino a quando non abbiamo raggiunto il livello che ci eravamo prefissati».
Cinque anni e cinque città diverse dove registrarlo: siete stati anche in Italia?
«Sì, a Siracusa, nella casa dove vive Erlend, abbiamo registrato molto. In particolare, nel brano Killers è entrato il suono delle cicale. Così è naturale, e dentro quel brano c’è il suono della Sicilia».
Che musica ascolta?
«Cerco di ascoltare principalmente musica lontana dal mio genere, quello che produco. Ascolto altri artisti, perché se mi focalizzo troppo su coloro che suonano la chitarra, poi mi resta difficile creare qualcosa di diverso o più nuovo, quindi cerco di ascoltare elettronica o hip hop».
Ascolta musica Italiana?
«La vostra musica è davvero bella. Quella che mi piace di più, devo dire, è la musica delle colonne sonore dei film anni ‘60 e ‘70, poi anche Bruno Martino, che compose il brano “Estate”, oppure un altro straordinario compositore, Stelvio Cipriani».
Secondo lei perché in Italia siete così amati?
«Devo dire che mi ha sorpreso molto il successo che abbiamo avuto in Italia, forse perché da voi c’è una musica melodica che dà origine a brani che cantano emozioni più profonde. Probabilmente dipende anche dal vostro tipico stile melancolico».

 
© RIPRODUZIONE RISERVATA