Il regista di “No Time to Die”, il 25° film di James Bond, ha raccontato che la versione del personaggio di Sean Connery era «fondamentalmente uno stupratore». Parlando con l'Hollywood Reporter, Cary Fukunaga sembrava riferirsi a una scena di Thunderball del 1965 in cui Bond di Connery bacia con la forza un'infermiera (interpretata da Molly Peters) che ha respinto le sue avances. In una scena successiva, Bond suggerisce di tacere sulle informazioni che potrebbero costarle il lavoro. «Suppongo che il mio silenzio possa avere un prezzo», la replica.
James Bond was ‘basically’ a rapist in early films, says No Time to Die director https://t.co/oQX7dthQ6W
— The Guardian (@guardian) September 23, 2021
Il personaggio di Peter indietreggia, dicendo: "Non intendi...
“No Time to Die” viene pubblicizzato come il film di Bond con la maggiore parità di potere tra i personaggi maschili e femminili. Lashana Lynch - che interpreta uno dei due personaggi principali femminili neri - presumibilmente eredita la designazione 007 da Bond alla fine del film. Molti si aspettano che il coinvolgimento di Phoebe Waller-Bridge nella sceneggiatura farà avanzare le credenziali femministe, il cui fascino è stato forgiato in un'era precedente.
La produttrice esecutiva del film, Barbara Broccoli, che produce i film di Bond dal 1995, ha dichiarato: «Penso che la gente stia arrivando ad accettare che quella roba non sia più accettabile. Grazie a Dio. Bond è un personaggio che è stato scritto nel 1952 e il primo film è uscito nel 1962». Broccoli e Daniel Craig - che interpreta Bond per l'ultima volta in “No Time to Die” - hanno entrambi ripetutamente suggerito che il ruolo centrale dovrebbe rimanere maschile, con Craig che ha detto al Radio Times: «Perché una donna dovrebbe interpretare James Bond?».