Ivano Michetti dei Cugini di Campagna a Domenica Live, il dramma ictus: «In ospedale cinque mesi, ho pensato che non sarei tornato a casa»

Ivano Michetti
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Domenica 28 Febbraio 2021, 18:56

Ivano Michetti, de I Cugini di Campagna, visibilmente emozionato, a Domenica Live racconta l’ictus, il coma e la sua vita dopo: «Sono stato in ospedale cinque mesi, per i primi quattro ho creduto che non sarei tornato a casa».

Barbara D’Urso nota ancora qualche problema alla mano destra dell’artista, accompagnato in studio dalla moglie Rossella.

Ivano Michetti afferma: «Di notte, alle 5 mi sono alzato, avevo un bisogno impellente, e mi sono accasciato tutto su un lato.

Ho preso il telefono, ho chiamato il dottore. Io ero convinto di parlare, ma non dicevo niente».

Ricoverato, è stato in coma per quindici giorni.

Ivano Michetti prosegue: «Sono stato operato due volte al cuore. La prima volta, non ero ancora sveglio, misono mosso e non ero più collegato. Mi hanno operato di nuovo.  Me lo ha raccontato mia moglie, non ricordo nulla».

Parlando, l’artista si commuove. La moglie gli sussurra di non piangere. A farlo notare è Barbara D’Urso. Ivano Michetti è ancora molto provato. Raccontare ciò che ha provato in quel periodo non è semplice. Le lacrime però sono anche di gioia, quando riguarda la sua cosa, le foto del nipotino e tutto ciò che avrebbe potuto perdere. In video precedentemente registrato, dedica anche una speciale versione di “Anima mia” a Barbara D’Urso, “riscritta” proprio per lei.

Ivano Michetti commenta: «Io non pensavo di tornare a casa. Credevo fosse finito tutto. Sentivo che la mia mano mi stava grattando  la testa e invece lì al mio fianco».

L’artista si intenerisce parlando del nipote, che oggi ha un anno e mezzo.

«Non pensavo di rivederlo. Non pensavo di rivedere più nessuno. Quando mi ha visto, il mio nipotino ha rifatto il suono della musica che gli cantavo io quando non aveva neanche un anno».

Il video del figlio con il nipotino è fonte di ulteriore commozione.

Ivano Michetti ricorda l’emozione dei primi quattro passi fatti da solo, dopo l’ictus. E ringrazia più volte i medici.

Rossella aggiunge: «Ero sempre in contatto psicologico con lui. Avevo sempre il telefonino in mano. Ero sempre con lui, con il sorriso».

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