FERMO - Un film girato interamente nelle Marche e lanciato il mese scorso in anteprima a “La nuova Fenice” di Osimo, prima che il Dpcm chiudesse le sale e i teatri. “Il gatto e la luna”, questo il titolo, è stato girato nel mese di agosto 2019. Scritto e diretto da Roberto Lippolis, vede molti volti noti, tra cui Maria Grazia Cucinotta ed Enzo Garinei protagonisti principali, e anche un marchigiano, il fermano Savino Marè, con un piccolo ruolo nelle vesti del Magistrato.
Al centro della narrazione c’è Sonia, cinquantenne che vive una storia d’amore con un uomo molto più giovane di lei. La donna vorrebbe far ritorno in famiglia, ma presto capirà che non è possibile. Parallelamente al personaggio di Sonia, ci sono le indagini per il delitto di un imprenditore che viene ucciso nel suo ufficio, e la sua segretaria cade in coma irreversibile. «Un film da guardare dall’inizio alla fine, con molta attenzione» commenta Savino Marè. I colpi di scena non mancheranno così come si scoprirà che non si può tornare indietro nelle scelte e che le due storie, quella di Sonia e il caso di omicidio, si intrecceranno. Un thriller sentimentale girato nelle province marchigiane: da Osimo a Sirolo, da Servigliano a Pedaso, toccando anche Ascoli Piceno. «Non un cinepanettone, con il cui genere non ha nulla a che vedere», lo descrive Marè.
Non ama «corsie preferenziali», e questo lo ribadisce lui stesso ad ogni lavoro che si trova a svolgere. «Sono partito dall’inizio, nel 2016 era un periodo in cui mi sono messo in discussione e proprio allora si è aperto il casting» il suo racconto. Decide quindi di partecipare ai provini, va alla mattina presto ed esce all’ora di pranzo. «Come tutti sono stato in fila con il foglio, il numero, poi sono stato chiamato e di fronte a me, tra gli altri, c’era pure il regista – prosegue Marè – sono salito sul palco, mi hanno fatto delle domande e poi mi è stato chiesto di leggere un monologo». Da qui l’attesa, poi un nuovo provino nel 2019, con la risposta positiva da parte della produzione: sarebbe stato il magistrato. «Un film dove ci sono molti flash – racconta – il mio è stato un piccolo ruolo, nell’ufficio, con tutti i faldoni: una perfetta riproduzione dello studio di un giudice. È stato straordinario per me vivere quest’esperienza».
Straordinario, perché «interpretavi un’altra persona, con un tono di voce diverso», racconta lui stesso che pure già qualche comparsata l’aveva fatta in altri film (su tutti ricorda quello di Pupi Avati “Il cuore grande delle ragazze” che fu girato a Fermo).