Piccioni nelle sale con il film “L’ombra del giorno”: «Girare nella mia Ascoli è stata un'audacia scellerata»

Il regista ascolano Giuseppe Piccioni sul set davanti al Caffè Meletti
Il regista ascolano Giuseppe Piccioni sul set davanti al Caffè Meletti
di Filippo Ferretti
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Domenica 13 Febbraio 2022, 08:20

ASCOLI - “L’ombra del Giorno”, l’ultimo film girato dal regista ascolano Giuseppe Piccioni, uscirà nelle sale il prossimo 24 febbraio e sarà proiettato in anteprima la sera del 23 nel capoluogo piceno, presso il Multiplex delle Stelle, alla presenza dell’autore. La pellicola, girata un anno fa interamente tra le Cento Torri, in un centro storico silenzioso, immobile, quasi irreale e sospeso per via del lockdown, è un’opera diversa rispetto a tutte le altre dieci girate sinora dal cineasta. Un lavoro in grado di unire l’intensità di una grande vicenda d’amore con l’estrema drammaticità che accompagna la vigilia di una guerra mondiale. I sentimenti dunque, in un contesto di forte valenza politica, civile, sociale.

 
Le scelte esistenziali
Una storia di legami e di sopravvivenza, che narra di scelte esistenziali a cui viene sottoposto il protagonista Luciano, che vedrà vedere presto cambiare la sua prospettiva nell’affrontare il destino dopo l’incontro con una ragazza di nome Anna, che entra a lavorare nel ristorante di sua proprietà. Una donna che cela un segreto, destinato a far cambiare il loro rapporto e la vita di entrambi. Un cast con Riccardo Scamarcio, qui anche produttore del film, e Benedetta Porcaroli accanto a Valeria Bilello, Sandra Ceccarelli, Lino Musella e Wael Sersoub.
Il ritorno dopo 6 anni


Piccioni, a sei anni di distanza dalla sua precedente fatica cinematografica, “Questi Giorni”, si è molto emozionato a girare di nuovo nella sua città, dopo tanto tempo dal suo esordio con “Il Grande Blek”, nel 1987. «Tutti sanno dell’affetto che nutro da sempre per la mia città, però ne ho anche timore perché la provincia sa essere insidiosa: soprattutto per chi torna, che è sottoposto a sguardi, attenzioni, anche rimproveri», spiega Piccioni alla vigilia di un film il cui set ha voluto viverlo cercando inizialmente di illudersi di trovarsi in un luogo che non aveva mai visto prima. «Nel girare, sono stato dominato da scellerata audacia ed enorme entusiasmo: il risultato è una pellicola che vanta una storia con la S maiuscola, volti come quello di Riccardo e di Benedetta e la presenza di vari e interessanti attori del territorio», rivela il cineasta, sottolineando l’importanza enorme che si crea in ogni film tra il regista e i suoi interpreti, anche quelli cosiddetti minori.


Le comparse
«Durante la lavorazione, la mia aiuto-regista si è trovata a rimproverare le comparse per via della confusione, allora ho voluto parlarci io.

E mi hanno ascoltato, hanno avuto rispetto: hanno riconosciuto me come uno di loro», racconta Piccioni. «Invece sono stato molto bene, alla fine ho ritrovato quella che è e rimane la mia casa», conclude il regista quasi commuovendosi a proposito dell’ultimo progetto in circa trenta anni di carriera, un percorso caratterizzato da altri titoli importanti come “Chiedi la luna” (‘90), il pluripremiato “Fuori dal mondo” (‘98) e “Luce dei miei occhi” (2001), che fece trionfare le interpretazioni dei due attori protagonisti, Luigi lo Cascio e Sandra Ceccarelli, al Festival di Venezia.

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