Giletti, Non è l'Arena debutta a La7:
«Amo la Rai, l'ho lasciata per dignità»

Giletti, 'Non è l'Arena' debutta a La7: "Amo la Rai, ma sono andato via per dignità"
Giletti, 'Non è l'Arena' debutta a La7: "Amo la Rai, ma sono andato via per dignità"
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Domenica 12 Novembre 2017, 21:39 - Ultimo aggiornamento: 21:50
È iniziata con il caso di Gianfranco Tulliani la prima puntata di 'Non è l'Arena', la nuova trasmissione di Massimo Giletti su La7 dopo l'addio, non senza polemiche, alla Rai.
Tulliani, irreperibile per la giustizia italiana nonostante un mandato di arresto emesso a suo carico il 20 marzo 2017, è stato bloccato all'aeroporto di Dubai a seguito dell'intervento della troupe dell'inviato di Non è l'arena Daniele Bonistalli.
 
Successivamente, tra gli ospiti in studio: Alessandra Moretti del Pd, Nunzia De Girolamo di Forza Italia e i giornalisti Massimo Giannini e Gian Marco Chiocci.


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GILETTI: "AMO LA RAI, VIA PER DIGNITÀ" «Quando uno entra in una tempesta non sa se ne uscirà vivo, spera solo di attraversarla, di fare in fretta. Quando, quel giorno di fine giugno, il direttore generale della Rai mi ha convocato al settimo piano di viale Mazzini per dirmi che aveva l'intenzione di chiudere per sempre L'Arena e per propormi di fare il varietà, non ho potuto fare altro che sbattere la porta e andare via». Massimo Giletti debutta questa sera su La7, con Non è l'Arena, e apre la puntata con un monologo dedicato alle incomprensioni con il vertice della tv pubblica e all'amaro addio all'azienda in cui ha lavorato per 27 anni e che, promette, «amerò per sempre». «Mentre me ne andavo, scendendo quelle scale - ha raccontato Giletti, illuminato dall'occhio di bue al centro dello studio circolare, immerso nel buio - ho riavvolto nella mia memoria tutto quello che ho vissuto in 27 anni in quell'azienda che amavo. Ho incontrato i volti di tante persone, quelle note ma anche quelle dei titoli di coda che fanno grande la nostra azienda. Ho pensato agli amici, Lamberto Sposini e Fabrizio Frizzi. E ho ricordato, per paradosso, quando da ragazzo salivo quelle scale, giovane, pieno di sogni, e Giovanni Minoli mi permise di realizzare il sogno di entrare in Rai. Devo dire grazie all'azienda che continuo ad amare e che amerò per sempre, perché mi ha dato tante possibilità, ma soprattutto perché sono entrato ragazzo e sono uscito uomo, gior-na-lista - ha aggiunto scandendo la parola - e vorrei che fosse chiaro, forse qualcuno non lo aveva capito». In quei momenti, ha raccontato ancora Giletti, «ho pensato anche a mio padre, che mi ha insegnato a non perdere la dignità: se avessi fatto il varietà avrei tradito anche voi, quei 4 milioni di persone che siete stati gli unici padroni dell'Arena».
 



GLI AUGURI DI FIORELLO La ferita dell'addio alla Rai è ancora aperta, ha ammesso il giornalista e conduttore, «ma siccome credo, sono convinto che in fondo al tunnel c'è sempre una luce e si arriva in un mondo migliore», e sulle parole conclusive del monologo è partito il brano di Vasco Rossi 'Un mondo migliore'. Poi il video di auguri di Fiorello, inviato questa mattina dall'Edicola: «In Rai - ha detto sorridendo lo showman - non hanno capito, ti hanno lasciato andare così... meno male che quel gran volpone di Cairo è stato pronto a carpire la tua qualità». 
 



IL FORMAT Il programma mette al centro della scena i temi e i protagonisti della più stretta attualità politica, sociale e della cronaca. Una serie di inchieste «live» con testimonianze, documenti e servizi filmati che aprano la discussione e l'approfondimento in studio, lasciando il campo a un metodo esclusivamente giornalistico.
 
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