Gigi Proietti, i funerali a Roma: l'inchino della Capitale al maestro. I ricordi di colleghi e amici tra le lacrime

Gigi Proietti, i funerali in diretta: dal Campidoglio al Globe Theatre l'ultimo saluto al grande attore
Gigi Proietti, i funerali in diretta: dal Campidoglio al Globe Theatre l'ultimo saluto al grande attore
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Giovedì 5 Novembre 2020, 09:38 - Ultimo aggiornamento: 6 Novembre, 08:43

È una Roma quasi irreale, silenziosa e senza traffico, quella che questa mattina accoglie l'ultimo viaggio di Gigi Proietti, il grande mattatore, scomparso lunedì a 80 anni, proprio nel giorno del suo compleanno (quasi una «mandrakata», si potrebbe dire citando uno dei suoi più celebri personaggi) e nel pieno, però, della pandemia. Non si può fare tutto quello che si vorrebbe. Non si può radunare tutta la folla che in questi giorni avrebbe voluto stringersi intorno alle figlie Carlotta e Susanna e alla compagna di una vita Sagitta Alter.

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E allora è lui, come un re di Roma, ad attraversare la sua città.

Dalla clinica dove il suo cuore si è fermato nelle prime ore di lunedì, il corteo funebre, seguito in diretta anche su Rai1, arriva in cima al Campidoglio. Come solo ai grandi cittadini, al feretro, ricoperto di rose rosse, è concesso eccezionalmente il giro intorno al Marco Aurelio, accolto dal saluto militare di tutte le forze di polizia della città. Poi si attraversa il centro, via del Corso, Piazza Barberini, via Veneto, con la gente che lo aspetta sui marciapiedi, i tassisti che aprono gli sportelli e gli applausi di chi si affaccia in finestra. Al Globe Theatre di Villa Borghese, il teatro elisabettiano che Proietti ha creato e guidato per 17 anni nel cuore di Villa Borghese, compiendo il miracolo di riempirlo di giovani innamorati di Shakespeare, e che da domani porterà il suo nome, lo attendono amici, colleghi, ex allievi e maestranze. L'applauso dai palchetti di legno per la sua ultima entrata in scena sembra non finire mai.

Il ricordo

«Grazie, grazie perché sei stato un costante punto di riferimento per generazioni di attori, perché hai elevato questo mestiere a una dignità raramente toccata prima», dice Edoardo Leo nel suo «saluto composto e scomposto». «Grazie - prosegue - perché mentre tutti parlavano di cultura, tu la facevi. Per averci fatto ridere fino alle lacrime. Perché tu eri il '10' in squadra. E quando dicevi 'A me gli occhì noi ti consegnavamo il cuore e tutta la nostra ammirazione». «Roma non lo dimentica. Gigi ci mancherai tanto», dice la sindaca Virginia Raggi, in collegamento perché risultata positiva al Covid, promettendo che quando la pandemia finirà la città gli renderà «l'omaggio che merita». La commozione è forte. Qualcuno, come Flavio Insinna o Paola Tiziana Cruciani, non se la sente di parlare. Lo fanno una disperata Marisa Laurito che racconta l'amico, «protagonista generoso come pochi, mai maschilista»; Pino Quartullo, con quelle sue lezioni «quando chiedevi di esercitarci a rifare lo sbruffo del cavallo»; e poi Paola Cortellesi («ascoltandoti, da piccola pensavo che Amleto fosse una storia tanto allegra», racconta); Valentina Marziali (la prima Giulietta al Globe); Enrico Brignano che, ammette, che «dopo il non ci sei» non riesce a mettere la parola «più»; Walter Veltroni, che di Proietti ricorda l'ironia sfrenata ma anche l'impegno culturale politico.

«Non Maestro, ma sor maestro, come un calzolaio o un arrotino, questo ti sarebbe piaciuto», dice ricordando la sua proverbiale ritrosia a certi cerimoniali. Alla chiesa degli Artisti di Piazza del Popolo le esequie, in forma privata, celebrate da Don Walter Insero e accolte dal picchetto dell'Arma dei Carabinieri, che lo aveva ormai «arruolato» dai tempi del Maresciallo Rocca. Tra i banchi arrivano gli altri amici, Paolo Bonolis, Fiorello, Ugo Pagliai e Paola Gassman, Marco Travaglio, l'ad della Rai Fabrizio Salini, Rodolfo Laganà, mentre la diretta tv prosegue e le persone si raccolgono, come davanti al teatro Brancaccio, a seguire l'omelia in religioso silenzio. E mentre «Giggi», con due «G» come lo chiamavano a Roma, l'eterno Cavaliere nero, Gastone o Edmund Kean, raccoglie ancora applausi, le strade e i palazzi continuano, anche nelle prossime ore, a illuminarsi di striscioni e di sue immagini, da Tor Marancia all'Auditorium Parco della Musica. Perché oggi, come dice Edoardo Leo citando il sonetto che Proietti recitò in occasione dell'ultimo saluto ad Alberto Sordi, «tutta la città sbrilluccica de lacrime e ricordi. Che tu non sei solo un grande attore. Tu sei molto di più. Sei Gigi Proietti».

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La diretta

Ore 12.00: Il feretro è arrivato alla Chiesa degli Artisti in piazza del Popolo. In chiesa sono entrati finora Fiorello, Bruno Conti, guzzanti, maurizio Mattioli, laganà, Enrico Vanzina. "Me viè da piagne... Ma che sarà... Ciao Gigi, esempio di romanità". Questo il lungo striscione affisso dai romani a Piazza del Popolo per omaggiare Gigi Proietti. Accanto, anche una bandiera della Roma, squadra di cui l'attore era tifoso.

Ore 11.00: «Grazie, grazie perché sei stato un costante punto di riferimento, perché hai elevato questo mestiere. Perché mentre tutti parlavano di cultura, tu la facevi. Per averci fatto ridere fino alle lacrime. Perché tu eri il '10' in squadra. E quando dicevi 'A me gli occhì noi ti consegnavamo il cuore e tutta la nostra ammirazione». Così Edoardo Leo, nel suo «saluto composto e scomposto», omaggia Gigi Proietti. Tutti, anche la sindaca, molto commossi, uno dopo l'altro sono saliti sul palco accanto alla bara ricoperta di rose rosse: Marisa Laurito, Pino Quartullo, Valentina Marziali (la prima Giulietta al Globe), Paola Cortellesi («ascoltandoti, da piccola pensavo che Amleto fosse una storia tanto allegra», racconta); Enrico Brignano che, ammette, «dopo il non ci sei» non riesce a mettere la parola «più»; Walter Veltroni, che ne ricorda l'ironia ma anche l'impegno culturale politico. «Tutta la città - conclude Edoardo Leo, citando il sonetto che Proietti recitò in occasione dell'ultimo saluto ad Alberto Sordi - sbrilluccica de lacrime e ricordi. Che tu non sei solo un grande attore. Tu sei molto di più. Sei Gigi Proietti».

 

Ore 10.45: L'intervento via Skype della sindaca Raggi, in auto-isolamento perchè positiva al Covid. «La città di Roma si stringe attorno alla famiglia di Gigi Proietti. Roma non lo dimentica. Già ci manchi. È il lutto della città, come ha detto la figlia Carlotta», ha spiegato Raggi. Ed ha annunciato: «Quando finirà la pandemia organizzeremo qualcosa di più grande. C'è bisogno di sentirlo ancora accanto a noi».

Ore 10.37: Il feretro è arrivato al Globe Theatre passando per Villa Borghese. Presenti, oltre alla famiglia, molti colleghi e amici dell'attore, come Flavio Insinna, Enrico Brignano, Marisa Laurito. Un lungo, lunghissimo, commosso applauso di 5 minuti ha salutato l'ultima entrata in scena di Gigi Proietti al «suo» Globe Theatre, il teatro elisabettiano che ha creato e guidato per 17 anni nel cuore di Villa Borghese e che ora porterà il suo nome. Ad accoglierlo, nella seconda tappa del corteo funebre attraverso Roma, trasmesso in diretta anche su Rai1, tante maestranze, cittadini, amici e colleghi, dai suoi «allievi» Flavio Insinna ed Enrico Brignano, Massimo Wertmuller, Paola Tiziani Cruciani, Marisa Laurito, Walter Veltroni, tutti fortemente commossi, dai palchetti di legno del teatro.

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Ore 10.15: Poi il feretro, attraversando piazza Venezia e via del Tritone, è arrivato a Villa Borghese. In strada sempre più persone che si sono radunate per vederlo passare a fare un ultimo applauso al grande attore. 

Ore 10.00: Il carro è arrivato in Campidoglio, ad accoglierlo la moglie Sagitta e le figlie Carlotta e Susanna. Oltre a ersonalità del mondo della politica: «Un giorno di grande dolore per la città - dice il vicesindaco De Vito che prende il posto della sindaca Virginia Raggi, positiva al Covid che si collegherà via skype - per il maestro abbiamo cercato di organizzare una cerimonia dovendo tener conto delle norme anti contagio. Ma sentiamo l’abbraccio spontaneo dei romani presenti col cuore». La sindaca, ha spiegato De Vito, «è a casa asintomatica. Lavora e sta bene, aspettiamo che ritorni».

Dopo un giro intorno alla statua di Marco Aurelio e il saluto militare, scortato dagli agenti, il carro che accompagna l'attore è poi ripartito salutato da un appaluso diretto verso la prossima tappa del suo ultimo viaggio attraverso Roma, il «suo» Globe Theatre a Villa Borghese. A seguirlo, l'auto con a bordo la moglie Sagitta Alter e le figlie Carlotta e Susanna. La cerimonia funebre si celebrerà nella Chiesa degli artisti di Piazza del Popolo.

 

 

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