Gegè Telesforo in concerto a Civitanova: «Un tributo al blues, io e il mio gruppo vogliamo parlare al cuore del pubblico»

Quando le coriste erano Giorgia e Tosca

Gegè Telesforo in concerto a Civitanova: «Un tributo al blues, io e il mio gruppo vogliamo parlare al cuore del pubblico»
Gegè Telesforo in concerto a Civitanova: «Un tributo al blues, io e il mio gruppo vogliamo parlare al cuore del pubblico»
di Chiara Morini
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Venerdì 28 Aprile 2023, 01:10 - Ultimo aggiornamento: 16:50
Polistrumentista, vocalist e divulgatore, oltre che autore e conduttore di programmi musicali radio e tv: Gegè Telesforo, che molti ricorderanno per “Quelli della notte” e “D.o.c.” sarà a Civitanova Marche, domani, sabato 29, alle 21,15, al teatro Annibal Caro, nell’ambito di Civita jazz festival, con “Big Mama Legacy”.
Gegè Telesforo, come mai questo titolo, sia per il live che per il nuovo album?
«L’idea dell’album è di celebrare il blues. È da tempo che volevo dedicarmi a creare musica nuova legata al blues, quasi un tributo, ma in chiave contemporanea. Musica nuova, mia, che porto in giro con l’aiuto di musicisti di nuova generazione, ma che hanno una grande esperienza. Con loro ci stiamo divertendo in studio per le registrazioni e anche in tournée nei live a teatro».  
Cosa porterete?
«Brani originali dei miei dischi e un paio di nuovi arrangiamenti. Il mio concerto, anche se non facilissimo, però è godibile. I brani sono arrangiati in modo tale da puntare su ritmo ed energia».
Il pubblico si diverte e si emoziona?
«Quello per me è alla base di tutto, spesso si pensa solo a fare jazz, ma io voglio anche parlare al cuore del pubblico».
La definiscono “divulgatore”, di quale messaggio?
«La qualità della musica, alla quale guardo da sempre. Non ho mai lavorato guardando agli stereotipi del momento o tenendo conto delle classifiche in radio. Certo ho sempre cercato di aggiornarmi con le tendenze e l’intrattenimento, ma senza mai perdere di vista i valori della musica».
Ricordi di “Quelli della notte” e “D.o.c.”?
«Sono bellissimi, ma appartengono al passato. Io vivo il presente, ma proiettato al futuro. Mi sono formato facendo diverse esperienze e oggi gestisco la mia carriera con cose come questo tour».
Lei e Arbore avete rivoluzionato la musica in tv allora: c’è qualcuno in grado di farlo oggi?
«Oggi è cambiato il linguaggio, oggi si ascolta musica con “cose leggere”. Recentemente abbiamo celebrato “D.o.c.” con “Appresso alla musica”, su Rai 5, riportando alla luce alcune performance. Rivederle fa venire i brividi a noi: abbiamo lavorato, intervistato e incontrato, allora, mostri sacri della musica jazz: personaggi come Brown facevano performance di 15 minuti. Oggi non c’è più voglia di rischiare».
In che senso?
«Oggi si vedono talent, ma di grandi talenti ce ne sarebbero molti. La tv forse pensa di perdere pubblico con il jazz, ma non è così, altrimenti il jazz non regalerebbe spesso sold out. I giovani seguono una certa musica e si propone quello che seguono. Manca però l’attenzione sui generi che fanno sold out fuori dalla televisione e forse andrebbero valorizzati di più».
A Civitanova, sabato, nel pomeriggio, incontrerà alcuni studenti: perché farlo?
«È importantissimo, perché i giovani, specie se talentuosi, mi aiutano a superare il gap generazionale e a emozionare il pubblico. Con le scuole siamo divulgatori: puntiamo a formare un pubblico più consapevole, dobbiamo raccontare il jazz, l’improvvisazione e ai giovani parleremo del 30 aprile, giornata internazionale del jazz».
A proposito di giovani, c’è speranza per la musica? 
«Jazz a parte il mondo intero è mobilitato per la musica, un’arte che accompagna l’evoluzione dell’uomo, perché senza barriere».
Quali talenti ha incontrato in passato?
«Agli inizi degli anni ‘90, tornato dagli Usa, cercavo coriste: chiamai due giovani cantanti, Giorgia e Tosca». 
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