Gabriele Cirilli chiude la festa del “Grappolo d’oro” a Potenza Picena: «È difficile salire sul palco e vedere il pubblico con le mascherine, non sai se ride»

Gabriele Cirilli chiude la Festa del Grappolo d'oro a Potenza Picena
Gabriele Cirilli chiude la Festa del Grappolo d'oro a Potenza Picena
di Chiara Morini
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Domenica 26 Settembre 2021, 05:45

POTENZA PICENA - Sarà Gabriele Cirilli, comico e cabarettista, a chiudere oggi pomeriggio, alle ore 18, in piazza Matteotti a Potenza Picena, la festa del “Grappolo d’oro” 2021. Gabriele Cirilli, con questa data marchigiana lei chiude il tour estivo. Che impressioni ed emozioni ha avuto?


«Non lo definirei un vero e proprio tour, ma piuttosto una sorta di “riapproccio”. Devo ammettere che è stato difficile, non tanto per le norme e le restrizioni, per quelle ci si organizza, quanto per i risvolti psicologici. Stiamo combattendo un nemico invisibile, che rende tutto più complicato. Come essere senza contatto stretto col pubblico, l’abbraccio alla fine dello spettacolo, l’essere davanti a una platea con le mascherine e non poter vedere se gli spettatori ridono oppure no. Nella comicità sono coinvolti tutti i sensi, la vista in particolare».

 
A Potenza Picena sarà con “Duepuntozero”, cosa affronta?
«Quest’anno festeggio i miei primi vent’anni di one man show, di carriera sarebbero 33. Il primo spettacolo teatrale da solo l’ho fatto appunto nel 2001, quando è nato mio figlio che ha vent’anni anche lui. E il “2.0” che vede nel titolo sarebbe un 20, ma ci ho voluto mettere il punto, perché significa la crescita, l’ammodernamento, l’aggiornamento, l’adeguamento alle cose nuove. E io ne ho fatti».


Dopo i suoi primi vent’anni da one man show, oggi rifarebbe tutto quello che ha realizzato finora?
«Le ho già detto che sono 33 i primi anni di carriera vero? Ecco io li rifarei tutti, ma proprio tutti.

Quanto ai 20 io non mi pento di nulla, sono soddisfatto. Certo qualche rimpianto può esserci, ma tutto mi ha portato a essere il Gabriele Cirilli di oggi. Forse mi manca ancora qualcosa, qualche risultato. Ne parlavo poco tempo fa con mia moglie: ancora non ho avuto una trasmissione tutta mia o un film dove sono l’unico protagonista».


Quindi non si sente arrivato?
«Chi io? Assolutamente no. Il mio grande maestro Gigi Proietti, ancora a 80 anni mi chiedeva se sul palco c’era il pubblico. Non si sentiva arrivato lui, si figuri io».


Un suo ricordo di Proietti?
«Sembrerà banale, ma a me manca il suo affetto. Con lui se n’è andata l’arte, lui è stato l’ultimo mattatore, capace di recitare e interpretare ogni tipo di ruolo, di cantare. Ricordo che ci diceva sempre “Non copiate”, ma “Rubate”, intendeva dire di prendere spunto ma essere originali. Ecco io poi potevo “rubargli” molto, essendo suo allievo. Gli ho preso persino il modo di sudare».


Come il modo di sudare?
«Lo ricordo a 78 anni con la stessa energia di quando l’ho conosciuto che ne aveva 48. Ecco quella passione, quella forza di azione sul palco che ti fa sudare e ti porta a conquistare lo spettatore ancora “non tuo”. Lui era felice quando faceva ridere un pubblico un po’ scettico. Io quando posso faccio come lui».


Nella sua agenda?
«Non c’è Tale e quale show. Ci sarà televisione, ma ancora nulla di concretizzato. Tanta voglia di fare teatro, sicuramente, vedremo. Intanto posso dire che a marzo ho girato un film a San Benedetto del Tronto, con Neri Marcorè, e molti altri colleghi. Sono co-protagonista con loro. Ecco questo film andrà in onda su Rai 1, proprio il 2 novembre, il giorno in cui ricorderemo Gigi Proietti».

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