Franco Zeffirelli nelle Marche
L'impronta artistica del Maestro

Franco Zeffirelli
Franco Zeffirelli
di Stefano Fabrizi
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Domenica 16 Giugno 2019, 15:52 - Ultimo aggiornamento: 15:56

A 96 anni si è spento il regista Franco Zeffirelli. Da tempo era malato e aveva così preferito la solitudine dopo tanti anni sotto i riflettori: una carriera luna 70 anni dove ha ottenuto successi internazionali in diversi campi del mondo artistico dal cinema al teatro di prosa, dal teatro lirico alla televisione. Successi che lo hanno reso uno degli artisti italiani più conosciuti all’estero oltre a fargli ottenere moltissimi riconoscimenti tra cui cinque Premi Donatello, due Nastri d’argento e due candidature personali all’Oscar.

La presenza nelle Marche
Zeffirelli non è mai venuto nella nostra regione per presentare le sue opere. Qualche passaggio in anni lontani per contatti riprese cinematografiche e in particolare nell’Ascolano, ma nulla di più. Mentre è ancora vivo il ricordo della sua “Aida” che aprì i cartelloni lirici del Teatro Ventidio Basso e del Teatro dell’Aquila di Fermo nel 2014.

Non solo lirica nell’Ascolano
Nella sua lunghissima carriera il maestro Zeffirelli ha avuto diversi contatti con il territorio di Ascoli. Il primo fu quando, nell’inverno del 1971, decise di girare gran parte del suo film “Fratello sole, sorella luna” nelle lande dei Sibillini, in particolare a Castelluccio di Norcia, proprio ai confini con l’Umbria. Nel giugno del 1999 il regista, terminate le riprese della pellicola “Un thè con Mussolini”, approdò in città e tenne un’affollata conferenza stampa al Caffè Meletti, dove dimostrò di avere un carattere tutt’altro che accomodante. Ne sa qualcosa il baritono ascolano Vittorio Vitelli, che da lui fu scelto nell’autunno 2004 per interpretare Amonastro per una sua celebrata “Aida” al teatro alla Scala di Milano. «Mi chiese da dove venivo, aggiungendo che di Ascoli non gli piaceva il nome», racconta il cantante lirico, che ha appreso la notizia della morte del maestro mentre si trova per lavoro a Tel Aviv. Infine, nell’ottobre del 2014 , nel capoluogo piceno fu portata in scena una delle sue realizzazioni, la messinscena della verdiana “Aida” interpretata da Davide Filipponi e Donata D’annunzio Lombardi.

L’attesa di Fermo
«Mi dispiace molto. Lo ammiravo perché era l’ultimo della vecchia scuola di regia». Appresa la notizia della morte di Franco Zeffirelli, la mente di Nunzio Giustozzi è subito riandata a quell’11 ottobre 2014, quando, da assessore alla Cultura del Comune di Fermo, aveva portato in città l’ Aida” del maestro fiorentino. L’opera aveva aperto la stagione lirica del Teatro dell’Aquila. «Fu un successo – ricorda Giustozzi –, il pubblico era entusiasta. I costumi originali bellissimi. Gli allestimenti, tutti fatti a mano, faraonici, con grandi effetti di forza scenica e impatto visivo». In quell’occasione, il regista non visitò la città, perché l’opera era una riproposizione. «Non ho potuto conoscerlo – aggiunge l’ex amministratore –, ma ne ho apprezzato la raffinatezza nella ricostruzione filologica degli ambienti, la profonda conoscenza delle opere e la grande sensibilità umana e culturale nei riferimenti sia letterari che artistici».

Il no allo Sferisterio
Lo Sferisterio ai suoi esordi nei primi anni ’90 mentre cercava una sua identità artistica si rivolse al Maestro Zeffirelli. Si trattava di trovare il successore a Carlo Perucci e il regista fu contatto: il nome girò per alcuni mesi, ma non se ne fece nulla.

Ma un contatto reale lo ha avuto un insigne maceratese, lo scenografo Dante Ferretti. Il pluripremiato Oscar fu chiamato ad allestire l’“Amleto” prodotto nel 1990. Un lavoro che gli valse una delle tante nomination alla prestigiosa statuetta. E a ricordare l’artista scomparso è un altro importante maceratese: Claudio Orazi. Dopo essere stato il Sovrintendente di Macerata Opera, Orazi nel 2002 è stato chiamato a dirigere l’Arena di Verona. E a chi gli chiedeva perché proponeva nella stagione dell’anfiteatro opere firmate, ma date, di Zeffirelli affermava che era una sicurezza e volendo fare un parallelismo l’Aida sta a Zeffirelli come la Traviata degli specchi sta Svoboda.  

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