Festa con le stampelle per Franco Battiato
70 anni per il filosofo del pop

Festa con le stampelle per Franco Battiato 70 anni per il filosofo del pop
di Paolo Biamonte
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Martedì 24 Marzo 2015, 16:48 - Ultimo aggiornamento: 17:04
ROMA - L'anteprima dei suoi 70 anni non è stata sicuramente delle migliori. Una caduta sul palco del Petruzzelli di Bari, un femore rotto, tre viti nell'osso. Così Franco Battiato, che ha celebrato ieri (23 marzo) ha celebrato il compleanno nella sua casa di Milo, per un periodo (15 giorni dice lui) girerà con le stampelle, ma nel frattempo annuncia per l'autunno l'uscita di un mega box antologico con la sua opera omnia film, documentari, opere compresi, più due inediti e una cover.

Intanto continua a lavorare (da cinque anni) al film su Haendel. Sono passati quasi 50 anni dalle sue prime esperienze musicali a Milano, dal suo primo contratto discografico ottenuto grazie al suo grande amico Giorgio Gaber che tra l'altro, insieme a Caterina Caselli, (i due conducevano il programma «Diamoci del tu») ha ospitato, nel 1967, la sua prima apparizione televisiva.



Lungo questi decenni Franco Battiato ha costruito un percorso davvero unico nel panorama italiano. Un ironico libero pensatore che ha praticato l'arte della provocazione e che ha avuto pure una breve esperienza (non retribuita) come assessore alla Regione Sicilia con la giunta Crocetta, durata da novembre 2013 a marzo 2014 e finita in modo a dir poco burrascoso.



Anche se è sempre stato lontano da atteggiamenti militanti, non ha mai nascosto le sue simpatie per la Sinistra e con «Povera patria» ha firmato uno dei più intensi ritratti del degrado del nostro Paese.

Battiato è «certamente uno dei nomi più famosi della musica italiana, ha una lunga consuetudine con i piani alti delle classifiche e alcuni dei suoi brani sono entrati ormai nella storia del costume, ma negli anni '70 produceva album sperimentali come Fetus e Pollution che hanno fatto scoprire all'Italia le risorse della musica elettronica e le concezioni più avanzate del rock di quelle stagioni e le contaminazioni con i grandi autori di musica contemporanea. In quegli anni capitava che il pubblico reagisse in modo a dir poco vivace alle sue performance volutamente ai limiti dell'inascoltabile.



Queste esperienze e questo tipo di approccio hanno ispirato il suo ultimo album , il Joe Pattìs Experimental Group, che è stato portato in tour di fronte a un pubblico molto più preparato di quello di 40 anni fa. Del suo grande successo commerciale parla con la sua magistrale ironia e il suo proverbiale e sofisticato sense of humour senza per altro nascondere un certo imbarazzo.



In realtà Franco Battiato è uno studioso dagli orizzonti amplissimi che sa praticare l'arte della canzone pop ma che, grazie alla sua cultura dai vasti orizzonti, usa linguaggi e riferimenti diversissimi, sia in campo musicale che in altre forme di espressione artistica, come il cinema, la pittura, l'opera.



Così come è stato un precursore della musica elettronica, Battiato, che da molto tempo pratica quotidianamente la meditazione, è un cultore di musica classica e sinfonica che nei suoi racconti sembra essere praticamente l'unica musica che ascolta.



Però la lista delle sue collaborazioni va da Claudio Baglioni ai CSI, da Enzo Avitabile a Pino Daniele, dai Bluvertigo a Tiziano Ferro, Celentano, Subsonica, Marta sui Tubi, senza contare il decisivo ruolo svolto nelle carriere di Alice e Giuni Russo.

Non è certo un caso che continui a essere un punto di riferimento: i giovani vedono in lui un modello di originalità e di curiosità, quelli più grandi un difensore dell'intelligenza in un mondo che troppo spesso ne dimentica l'importanza.
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