Franco Arminio protagonista della due giorni delle Alte Marche

Franco Arminio
Franco Arminio
di Elisabetta Marsigli
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Venerdì 25 Settembre 2020, 01:25
PESARO - Il protagonista della due giorni che lega la poesia alla paesologia e all’esperienza di vita nelle Alte Marche, sarà Franco Arminio, uno dei più noti poeti italiani e, appunto, “paesologo”, grande testimone e portavoce della Strategia Nazionale Aree Interne, nell’ambito dell’iniziativa realizzata nei Comuni di Apecchio, Piobbico, Acqualagna, Cagli, Cantiano, Frontone, Serra Sant’Abbondio, Sassoferrato, Arcevia, sotto la guida dell’Unione Montana del Catria e Nerone. Gli appuntamenti, in collaborazione con l’Istituzione Teatro Comunale di Cagli, partono venerdì 25 settembre alle 21, all’Abbazia di San Vincenzo ad Acqualagna, con un incontro dedicato alla “sola poesia”. 
Sabato 26, dalle ore 10, al Monastero Santa Croce di Fonte Avellana, sarà una giornata interamente dedicata alle Aree Interne, con contributi e testimonianze e il dialogo fra lo stesso Arminio e il Priore Dom Gianni Giacomelli sulla meditazione critica e propositiva nelle aree interne, nel trentennale della Carta Avellanita. Qui verrà anche presentato in anteprima (ore 12:30), il nuovo brand/logo “Alte Marche: cuore accogliente dell’Appennino”, rappresentazione grafica di una strategia integrata territoriale culturale e turistica. Sempre domani, ma alle 21, al Comunale di Cagli, le parole incontreranno la musica: in scena Franco Arminio nella performance, che riprende il titolo del suo ultimo libro “La cura dello sguardo”, del duo canoro Livio e Manfredi Arminio.

«Per me “La cura dello sguardo” significa riattivare l’interesse verso il mondo esterno, nell’idea che poi lo sguardo produce anche “riguardo”. - spiega Arminio - Abbiamo fatto politiche, individuali e collettive, sbagliate anche perché c’era una sorta di carenza percettiva: come se non avessimo guardato con attenzione i luoghi e le loro trasformazioni. Se guardi e ti accorgi che il tuo vicino è impallidito e dimagrito, lo avverti: verso i luoghi è mancato questo tipo di attenzione. Se si potessero cogliere in anticipo i segnali, saremmo già un passo avanti. E non bisogna dimenticare che ogni luogo ha un suo modo di essere curato, non sono tutti uguali e quindi il mio è anche una sorta di invito in omaggio alla geografia».

Le colline dell’entroterra marchigiano offrono davvero un’oasi di bellezza: come unire la praticità della città con l’estasi della natura? Dove e come dovremmo vivere per stare meglio? «Non è solo una questione di scelte individuali, ma anche di politiche: occorrerebbe riportare nei paesi alcuni servizi, ridistribuire le funzioni. La pandemia appena trascorsa ha prodotto riflessioni, forse più a livello individuale che politico, ma non dovrebbe esserci il bisogno di una catastrofe per un mutamento di percezione».
Al Comunale lo sguardo di Arminio incontrerà la musica «Sono molto contento e orgoglioso di questo spettacolo, anche perché abbiamo un modo diverso di guardare la provincia. È bello fare le cose insieme ai propri figli perché è, oggi, un po’ in controtendenza: li considero anche più bravi di me, hanno quella freschezza che forse io ho perduto. Ma non ho fatto nulla per portarli su quella strada: anzi, se gli avessi chiesto io di cantare, forse non lo avrebbero fatto».
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