Gabbani a Fermo per la data zero
«Bella la location, mi ci trovo bene»

Francesco Gabbani
Francesco Gabbani
di Stefano Fabrizi
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Sabato 10 Giugno 2017, 10:14
FERMO - Full immersion a Fermo senza vedere la città. Almeno per ora. È questo il cruccio di Francesco Gabbani che da giovedì si trova in città per preparare la data zero del suo tour estivo che prenderà il via mercoledì prossimo dalla stupenda location di Villa Vitali. 

Perché Fermo, come ci si trova, qual è stato il suo primo impatto?
«La location l’ha scelta la mia agenzia. Si punta sempre a uno spazio tranquillo dove poter lavorare senza eccessivi stress. E l’inizio è decisamente positivo, già fin dall’arrivo: colline e campi coltivati, odori e profumi che in città non puoi sentire e un senso di pace… fragoroso».

Ha già avuto esperienze nelle Marche?
«Sì l’anno scorso, ma come mi capita quando sono in tour sono tutte toccate e via. Manca sempre il tempo di poter visitare i luoghi dove suono e alcuni sono meravigliosi». 

Facciamo un passo indietro: nasce a Carrara e si trova fin da da piccolo tra strumenti musicali dato che i suoi avevano un negozio, poi gli studi classici. Ora è polistrumentista e fa testi con riferimenti filosofici. Un destino?
«Credo poco nel destino. Sono più dell’avviso che ci sono coincidenze e fatti che ti capitano durante la vita a determinare quello che sei e sarai… insomma mi piace credere in un po’ di sano libero arbitrio».

Ci parli della sua prima esperienza musicale: Trikobalto un album prodotto da Alex Neri e Marco Baroni dei Planet Funk.
«Nulla di particolare. Mi piaceva comporre canzoni e registravo i provini che poi facevo sentire ad amici e conoscenti. Neri e Baroni hanno visto in quei brani delle potenzialità e hanno prodotto Trikobalto». 

Singoli, album e colonne sonore per film: dove si trova più a suo agio?
«Decisamente sugli album: mi permettono di fare un discorso complessivo. E come quando hai un tema per la testa e lo vuoi svolgere in capitoli. Il singolo è una necessità quando cerchi di farti conoscere. La musica per il film è stata una esperienza fantastica che ho fatto grazie all’invito di Fausto Brizzi per Poveri ma ricchi, ma non mi ci trovo tagliato». 

Con questo tour presenta il suo terzo album, Magellano. Cosa racconta?
«Come dicevo è una storia, anzi un viaggio visto da diversi punti di angolazione della nostra esistenza. Mi piace il concetto di viaggio, del navigatore: è un invito alla scoperta di qualcosa di nuovo. Come Magellano si è avventurato in acque sconosciute, è stato un temerario. Ecco, questo è il mio invito: essere dei temerari nelle vita per cercare cose nuove».

Ha vinto due volte Sanremo in due anni consecutivi: nel 2016 come esordiente con Amen e nel 2017 come Big con Occidentali’s Karma. Volendo commentare il podio di quest’anno da spettatore.
«Mi è difficile essere imparziale. All’annuncio sono rimasto sorpreso e credo che lo si sia visto. Superare la Mannoia non era prevedibile». 

Con lei lavora suo fratello Filippo. Come sono distribuiti i compiti.
«Non solo Filippo, ma anche Fabio Ilacqua e Luca Chiaravalli. Non ci sono campi definiti. Interveniamo su idee, sviluppo e produzione alla pari. Siamo, e ci tengo a dirlo, un team, facciamo gruppo». 

Renga e Celentano le collaborazioni più citate, come sono nate.
«Anche qui nel modo, se vogliamo, più banale. Nel 2015 ho iniziato a collaborare con la BMG Rights Management in qualità di autore con un contratto di esclusiva. E l’agenzia non fa altro che proporre la mia produzione ad altri artisti. È stato un piacere incredibile quando ho potuto parlare con Celentano al telefono: da sempre è un mio mito».

Un commento sull’Eurovision Song Contest. Recriminazioni? E la polemica sulla battutaccia della Bbc?
«Sono partito per la manifestazione molto carico ma consapevole che mi confrontavo a livello europeo. Comunque sia è stato un successo: in milioni hanno conosciuto la mia musica. Quello che poi ha scritto sul sito la Bbc era chiaramente ironico, ma c’è chi ha preferito strumentalizzarlo. Quello che conta è l’invito ricevuto da Desmond Morris (quello che ha scritto La scimmia nuda) ad andargli a fare visita». 

Il divorzio dalla scimmia… come fu che l’idillio con Filippo Ranaldi si è rotto?
«Premetto, siamo rimasti buoni amici. Ranaldi è un ottimo ballerino che si è prestato per Occidentali’s Karma a interpretare la scimmia. Ora ho altre cose da raccontare». 

Il suo pubblico vede una grande fetta di giovani… 
«Diciamo pure bambini. Nessun problema. E se mi chiedi il perché credo che la mia musica, oltre che essere trasversale, sia energizzante e quindi fruibile a tutte le età al di là del testo e quindi trasmette una profonda leggerezza. La musica poi funziona quando è condivisione. Non credi?»
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