ANCONA - Il Principe è tornato fra noi, con mezzora di ritardo. Inizia senza proferire parola. Ma il Principe è così... ci vuole un po’ per sciogliersi: “Ciao amici, mi dispiace che siete così lontani, ma i teatri sono così”. Ed è così che De Gregori ammalia un gremito Teatro delle Muse.
Dopo 45 anni di carriera il tempo sembra aver avuto un effetto decisamente positivo, come succede con il buon vino.
E così risulta davvero godibile la tappa anconetana di questo live “Vivavoce”, che porta sul palco il doppio album in cui rivisita con arrangiamenti inediti 28 tra i più importanti e significativi brani del suo repertorio. Si comincia con “Finestre rotte“, seguita da “Viva l’Italia“, “Il panorama di Betlemme“, “Caterina“, “Un guanto“, “Bellamore“, e poi una splendida versione de “Il canto delle sirene” che De Gregori non offriva live da tempo, per lasciare spazio a una sempre incredibile. “La leva calcistica della classe ’68“. I brani hanno tutti un nuovo look, De Gregori con “Vivavoce” ha voluto crearne delle nuove versioni che a volte sembrano far andare la platea fuori tempo. A proposito del suo pubblico: è quello che canta a memoria Rimmel e La donna cannone, ma ci sono anche un bel po' di ragazzi, incuriositi e ammirati da tanta aristocrazia e grazia musicale. De Gregori canta poesie e regala emozioni, alternate a momenti più scanzonati e divertiti, sempre accompagnati da giochi di luci perfettamente in sintonia con ogni singolo brano.
C’è anche “La ragazza e la miniera“, immancabile “Generale“, poi “Titanic“, “Buonanotte Fiorellino” e “Vai in Africa Celestino” che sembrano chiudere il concerto, ma non possono mancare “Alice“, “La donna cannone”, “Rimmel” fra gli applausi e il tripudio finale per il Principe allegro.