Fioretta Mari a Oggi è un altro giorno: «In coma dopo una caduta sul set e ho subito una violenza a 9 anni»

L'attrice e insegnante racconta i momenti difficili della sua vita e la sua carriera teatrale

Fioretta Mari a Oggi è un altro giorno: «In coma dopo una caduta sul set e ho subito una violenza a 9 anni»
Fioretta Mari a Oggi è un altro giorno: «In coma dopo una caduta sul set e ho subito una violenza a 9 anni»
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Lunedì 4 Aprile 2022, 16:21

Fioretta Mari è una maestra e artista da generazioni. A Oggi è un altro giorno racconta il suo lavoro all'Actor's Studio in America e un episodio drammatico dopo la fine delle riprese di un film. Nota per il suo talento e come insegnante di dizione, Fioretta Mari ha iniziato a recitare quando aveva soltanto tre anni e si divide tra il teatro e l'insegnamento. 

Fioretta Mari a Oggi è un altro giorno, l'incidente

Fioretta Mari racconta così l'incidente che l'ha fatta finire in coma: «Il fotografo a fine riprese aveva lasciato un foglio su una botola, io ho messo i piedi con i tacchi. Sono caduta nella botola per tre metri.

Mi sono salvata perché mi sono aggrappata alle pietre. Mi hanno portato in coma e non ho voluto denunciare questo fotografo perché si rovinava la carriera. Non sono capace di portare rancore».

Fioretta Mari a Oggi è un altro giorno, la carriera

L'attrice è una figlia d'arte: «Io mi chiamo Fioretta perché mia madre faceva il ruolo di Fioretta e ha avuto le doglie sul palcoscenico. Non ho scelto, mi sono trovata in una grande famiglia».  E sul suo lavoro all'Actor's Studio spiega: «Al Pacino e Robert De Niro sono i più grandi attori viventi. Insegno recitazione con Al Pacino e Liza Minnelli. Quando esci da lì sei il numero uno perché è una scuola severa, lì i professori sono sacri».

Fioretta Mari a Oggi è un altro giorno, i traumi e i drammi

A Oggi è un altro giorno racconta anche i traumi e i drammi vissuti: «A nove anni e mezzo un uomo mi ha quasi violentato. Ero su un trenino, lui si è fermato e mi ha buttato su un letto, mi ha salvato un bambino... Mio papà lo ha inseguito con la pistola d'ordinanza, ma è scappato. Sono stata tre giorni senza parlare e poi ho dovuto subire tante visite perché era malato di sifilide. Io avevo schifo di tutti gli uomini, mi ha aiutato mio padre. Questi problemi restano se non hai il teatro. Mi sono salvata anche quando mia madre è morta al Sistina tra il primo e il secondo atto. Sono stata cinque anni senza il palcoscenico ed è stato Albertazzi a riportarmi in scena. Il teatro è vita». 

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