Dacia Maraini oggi in teatro a Fermo per il Rivela Festival: «Caro Pier Paolo (Pasolini), ti ricordo così»

Dacia Maraini oggi in teatro a Fermo per il Rivela Festival: «Caro Pier Paolo (Pasolini), ti ricordo così»
Dacia Maraini oggi in teatro a Fermo per il Rivela Festival: «Caro Pier Paolo (Pasolini), ti ricordo così»
di Chiara Morini
4 Minuti di Lettura
Sabato 28 Gennaio 2023, 05:55 - Ultimo aggiornamento: 10 Marzo, 18:32

L’intellettuale, regista e scrittore Pier Paolo Pasolini, rivivrà nei ricordi della scrittrice Dacia Maraini, ospite alle 17 di oggi, al teatro dell’Aquila di Fermo, per il Rivela Festival, organizzato da Eclissi Eventi (info e prenotazioni, dopo l’apertura totale del teatro, al 392 4450125). Maraini, che lo scorso anno ha scritto il libro “Caro Pier Paolo”, parlerà dell’amicizia e dei viaggi, degli amori e dell’umanità, dell’inquietudine e delle contraddizioni del grande intellettuale della cultura italiana.


Il libro


Se è vero che i libri si scrivono o per cercare qualcosa o per lasciare andare qualcuno, si legge nella presentazione dell’incontro, «se il congedo da un amico amatissimo, scomparso quasi cinquant’anni fa, si compie su passi leggeri e struggenti di una danza, allora non somiglia neppure a un addio ma a una promessa».

Promessa che Maraini ha mantenuto, continuando un dialogo con Pasolini che forse non si è mai interrotto, nemmeno con la sua morte. Un libro, uscito lo scorso anno in occasione dei 100 anni della nascita di Pasolini che, ricorda l’autrice, «gli editori mi avevano chiesto da tempo, ma io dicevo sempre di no. Ma poi, leggendo gli scritti che uscivano su di lui, che parlano sempre e soprattutto della sua figura di polemista, ho pensato che fosse giusto che facessi conoscere l’altro Pier Paolo, quello degli affetti e delle amicizie». Per l’Italia del suo tempo, ricorda Maraini, era «una persona che osava dire a gran voce la verità, osava andare controcorrente e persino contraddirsi. E per l’Italia di oggi, può rappresentare l’esempio di un uomo coraggioso e sincero, che ha sempre pagato le sue prese di posizione».


Il ricordo


Una figura, quella di Pasolini, da leggere e conoscere anche oggi, approcciandosi al suo pensiero, innanzitutto, ritiene Maraini, «cercando di informarsi, prima di tutto leggendo le sue poesie. In quelle rime c’è tutto, dei suoi pensieri, dei suoi desideri, delle sue preoccupazioni, dei suoi affetti, delle sue indignazioni. La gente legge poco la prosa, figuriamoci la poesia. Per questo Pasolini è passato al cinema, che fra l’altro è di forte impronta poetica, proprio per poter comunicare con tutti». Ma Pasolini, ribadisce la scrittrice, «mentre passava per un polemista aggressivo, severo e agguerrito, nella vita degli affetti, fra gli amici, era dolce e affettuoso. Non gli ho mai sentito dire una parola cattiva. Era un uomo mite e tenero, ma essendo stato attaccato fin da piccolo per la sua omosessualità e per le sue critiche sociali, ha dovuto sviluppare delle armi di combattimento».


Le riflessioni


Nel corso della sua vita e della sua carriera, Dacia Maraini si è anche occupata molto delle donne, e sul femminismo dice che «come ideologia non esiste più, ma non esistono neanche i tempi in cui è nato. Esiste una pratica del dissenso pubblico, esistono delle battaglie per la difesa dei diritti, ma molte cose sono cambiate, conquiste fatte, e credo che dovremmo cambiare nome ai movimenti per i diritti delle donne». Maraini però è preoccupata anche per lo spettro della guerra. «Vivo con molta inquietudine questa atmosfera di guerra incombente. Sento crescere gli odi, le ripicche, le intolleranze, perfino nella vita di tutti i giorni. Mi dicono che in America ci sono sparatorie anche tra studenti. Noi lo sappiamo solo quando ci sono morti, e nessuno riesce a fermare la vendita delle armi, persino da guerra. I delitti da noi sono diminuiti, salvo quelli femminili che invece crescono. Segno che la volontà di autonomia delle donne, per certi uomini, deboli e ossessionati dal possesso, è una cosa intollerabile».

© RIPRODUZIONE RISERVATA