Sgarbi inaugura a Fermo la mostra “I pittori della realtà” ed esalta le Marche: ecco le sue spiegazioni

Sgarbi inaugura a Fermo la mostra “I pittori della realtà” ed esalta le Marche terra dove è nata l'arte e patria di Raffaello e Leopardi
Sgarbi inaugura a Fermo la mostra ​“I pittori della realtà” ed esalta le Marche terra dove è nata l'arte e patria di Raffaello e Leopardi
di Chiara Morini
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Venerdì 9 Dicembre 2022, 05:05

FERMO - Un gruppo di artisti, desideroso di far rinascere la pittura, contemporaneamente alla rinascita dell’umanità dopo la distruzione, le privazioni e la sofferenza del secondo conflitto mondiale: è questa la filosofia della mostra “I pittori della realtà. Verità e illusione tra Seicento e Novecento”.

L’esposizione è stata inaugurata ieri, nella sala dei Ritratti a palazzo dei Priori di Fermo, alla presenza del sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi, qui in veste anche di curatore insieme a Beatrice Avanzi e Daniela Ferrari.


Le Marche 

 

«Le Marche sono una grande regione dove è nata l’arte – ha esordito Sgarbi -.

Qui sono nati il primo pittore italiano, Raffaello, il primo poeta, Leopardi. Poi due veneti, Carlo e Vittore Crivelli, hanno deciso di vivere qui e un olandese ha inviato a Fermo, da Roma, un suo dipinto (l’Adorazione dei pastori di Rubens)». E citando le tre stanze dedicate all’arte futurista di Esanatoglia, sottolineando come le Marche siano luogo di perfezione, Sgarbi è partito raccontando la sua storia, il suo rapporto con le Marche, parlando di morte dei partiti e valori politici, e ricordando la sua esperienza come sindaco di San Severino Marche. «Questa mostra – ha detto parlando dell’esposizione fermana – nasce perché sono presidente del Mart. E oggi è una grande festa dell’arte, per Fermo e per il Mart che a giorni compie venti anni. Ogni volta che si viene a Fermo per una mostra bisogna sempre trovare il modo di far dialogare e creare un contesto adeguato per il Rubens». Quest’ultimo, fiore all’occhiello dei musei fermani, è uno degli 80 dipinti in mostra al Palazzo dei Priori.


Le opere


 

Tra le altre opere esposte ci sono dipinti realizzati da Gregorio Scitian e Pietro Annigoni, Antonio e Xaviero Buen, Giovanni Acci e Alfredo Serri, due opere di Giorgio De Chirico comprese. Sono loro i “Pittori della realtà” che danno il titolo all’esposizione fermana. E ricordando alcune esperienze analoghe, portate al Mart di Rovereto con cui collabora la produzione della mostra, è inevitabile non parlare di Caravaggio.


La realtà


«Caravaggio – ha detto Sgarbi – era del ‘600, poi fu dimenticato dopo che la Chiesa lo dichiarò immorale. Nel 1951 è stato riscoperto». E dopo aver citato “L’uomo che si pettina” di Gregorio Scitian, ha sottolineato come lo stesso Caravaggio «può essere considerato il primo fotografo della storia. Dipingeva la realtà come fanno i fotografi quando la ritraggono». Di Scitian si segnalano anche “L’autoritratto con famiglia” e una natura morta, ma ci sono dipinti di Pietro Annigoni, il cui “Autoritratto” gioca un ruolo importante. «Sua – ha aggiunto Sgarbi – è “L’eterna illusione”, che Annigoni dipinge ritraendo un cinema». Inevitabile qui il parallelismo con la figura di Caravaggio e la storia di Pasolini.

Tra i dipinti si segnalano anche “La carrozza” dei fratelli Bueno, o l’autoritratto di Acci. Del Rubens fermano Sgarbi ha ricordato che «è il dipinto più importante delle Marche oggi, questo può essere una festa di Natale per la quale si è ispirato a Caravaggio». Prima di Sgarbi sono intervenuti il sindaco Paolo Calcinaro, il prefetto Michele Rocchegiani, il direttore dell’Atim Marco Bruschini, il presidente della provincia di Fermo, Michele Ortenzi, l’assessore comunale alla Cultura Micol Lanzidei, la co-curatrice Daniela Ferrariari.

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