Lo scrittore fermano Ferracuti in relax: «Da un'isoletta greca a dorso di mulo fino al Rio delle Amazzoni»

Lo scrittore fermano Ferracuti in relax: «Da un'isoletta greca a dorso di mulo fino al Rio delle Amazzoni»
Lo scrittore fermano Ferracuti in relax: «Da un'isoletta greca a dorso di mulo fino al Rio delle Amazzoni»
di Lucilla Niccolini
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Domenica 21 Agosto 2022, 03:25

FERMO - Ci viene incontro nel sole della piazza del Popolo di Fermo, Angelo Ferracuti. Con quel viso abbronzato, capelli e pizzetto grigio, assomiglia a un personaggio del film “Mediterraneo”. «È l’effetto del mare Egeo. Sono tornato alla metà di luglio, dopo una settimana a Hydra, un’isoletta greca davanti al Peloponneso. Un posto dove non circolano automezzi. Ci si muove a piedi o a dorso di mulo, che è l’unico mezzo di trasporto, in contrasto con il lusso tecnologico degli yacht ormeggiati nelle baie».

Con la sua Alessandra, mare, sole, silenzio. «E la sera, pesce fresco in una delle taverne sugli scogli, vicino a dove una targa ricorda che qui, nel ‘60, Leonard Cohen ha incontrato la sua musa Marianne».
Le nozze
Poi, di nuovo a casa, per il matrimonio della figlia Eugenia, celebrato a Montegiorgio, in collina: un tramonto indimenticabile, assieme alla famiglia e tanti amici poeti e fotografi. Con alcuni di loro ha fondato la Scuola Jack London, a Torre di Palme. «Un altro luogo incantevole, dove teniamo lezioni di scrittura e di fotografia. Di reportage, diciamo. I corsi continuano anche d’estate». Con un allievo degli anni passati, il fotografo Francesco Tavoloni, Ferracuti si prepara a partire, alla fine di settembre, per il Brasile: «Un tour da Boa Vista a Manaus, a intervistare filosofi e santoni indigeni per un giornale online».
I viaggi
Quella dei viaggi in America Latina è ormai una consuetudine, per questo scrittore fermano: ha legato il suo nome a suggestivi reportage, che documentano le atmosfere e le società autoctone di una delle aree, per noi europei, ancora tra le più misteriose del Nuovo continente. «Il 30 agosto uscirà da Mondadori “Viaggio sul fiume mondo”, il frutto di una ricerca: sei anni di perlustrazioni e incontri, da Manaus alle sorgenti del Rio Vaupés, in Colombia. Con Giovanni Marrozzini, ho risalito il Rio delle Amazzoni, a bordo di una barca, che poi abbiamo regalato agli abitanti di un villaggio. Ne hanno fatto una scuola galleggiante. Si possono vedere i servizi filmati sul sito Green&Blue della Repubblica». Presenterà il libro, l’8 settembre, al Festivaletteratura di Mantova. «Però anche in questi mesi non sono stato fermo: al Book Festival, sull’isola d’Elba, una vetrina dell’editoria indipendente, ho ricordato le belle riviste marchigiane, che nei decenni scorsi hanno scritto un capitolo importante della nostra cultura. E alla Rocca Malatestiana di Fano, a “Comizi d’amore”, è stato commovente rievocare la vita e le opere di Mario Dondero, con l’accompagnamento al bandoneon dell’amico Daniele Di Bonaventura».
La ricerca
Marche come Amazzonia, alla ricerca dell’uomo, e di un mondo che si va perdendo.

Alla fine di luglio, Angelo Ferracuti ha guidato il fotografo Lorenzo Capellini in una scorribanda nel Fermano. «Cercava immagini inedite per un nuovo libro dedicato alla nostra regione. Alla sua età, è instancabile». Sorride di affetto: «Mi ha fatto uscire matto». Ma Angelo, su e giù in auto tra colli e valli con l’amico fotografo, non ha perso l’abbronzatura dell’Egeo. «Al ritorno, ci è scappata qualche giornata a Porto San Giorgio, con Alessandra. Lei è una lucertolina e mi ha fatto riscoprire il gusto di stare al mare. Non ci andavo da 25 anni: quando le mie figlie erano piccole, approfittavo delle mattinate in cui Patrizia le portava in spiaggia, per rimanere a casa, a scrivere in pace, in solitudine». Alla prima moglie, scomparsa a 42 anni nel 2007, ha dedicato un libro tenero, drammatico e appassionato, “La metà del cielo”. «L’ultima estate con lei, a Furore: sapevamo che ci restava poco tempo da vivere insieme. Fu un viaggio terribile e bellissimo».

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