Il restauro della Madonna con Bambino di Pagani simbolo della ripartenza della cultura nelle Marche

Il restauro dell'opera effettuato da Francesca Ascenzi
Il restauro dell'opera effettuato da Francesca Ascenzi
di Chiara Morini
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Mercoledì 7 Aprile 2021, 10:55

FERMO -La rinascita di un quadro come simbolo della ripartenza della cultura. È il significato profondo che a Fermo si dà al restauro della “Madonna con Bambino e i santi Giovanni Evangelista e Maria Maddalena”. L’opera, dipinta dal pittore monterubbianese Vincenzo Pagani nel 1526 o 1528, è conservata nella pinacoteca civica del Palazzo dei Priori di Fermo, e al momento è sottoposta a restauro. L’intervento è della  Mirmex Conservazione e Restauro Opere d’Arte di Francesca Ascenzi di Fermo e dovrebbe terminare a giugno. Covid permettendo l’olio su tavola sarà presentato al pubblico nella prossima estate. 
L’opera del Pagani, è un olio su tavola, dalle dimensioni di 178x140 cm, e sulla sommità ha un taglio cuspidale in corrispondenza della Vergine, dipinta su un trono con in braccio il bambino. Ai due lati sono raffigurati i santi. Il quadro ha diversi simboli: dal basamento in marmo ai piedi del trono, qui un’allusione al marmo del sepolcro e quindi alla morte di Cristo, fino alla missione salvifica del Bambino. San Giovanni lo indica con la mano destra, qui probabilmente altra simbologia del disegno divino. Sul lato sinistro c’è la Maddalena che, con il vestito con cui è ritratta, dà testimonianza anche di come vestivano le signore negli anni ’30 del XVI secolo. La tavola, una delle tante opere che sono state spostate nel palazzo dei Priori a seguito dei danni del sisma, presentava delle piccole fessurazioni che, se non riparate, avrebbero rischiato di causare danni maggiori. In quel caso il restauro sarebbe stato più complicato e avrebbe fatto perdere l’originalità dell’opera. Questi difetti sono stati sicuramente causati dallo shock climatico che, seppur impercettibile per una persona, per un quadro, qui in particolare per una tavola, è molto rilevante. Anche se il cambiamento ambientale riguarda lo spostamento da una parte all’altra del Palazzo.
Il restauro consiste nel consolidamento di tutte le porzioni di colore sollevate, e della pellicola pittorica anch’essa sollevata. Poi la pulitura, con solventi; la stuccatura delle lacune che presenta la tavola e la reintegrazione pittorica fatta con colori ad acquerello e a vernice. Una nebulizzazione per la verniciatura finale e una disinfestazione del legno, per prevenire il danneggiamento da insetti xilofagi, completano i lavori. Le operazioni di restauro sono finanziate dai private banker di Banca Generali per un progetto promosso da Fondaco Italia, ai quali va il ringraziamento dell’assessore alla Cultura Micol Lanzidei. «Interventi di questo tipo, sono la prova dell’importanza del patrimonio artistico e culturale di una comunità – dice - e contribuisce alla sua salvaguardia con azioni mirate, volte a preservare la storia e la bellezza di opere come questa che potrà tornare al suo antico splendore».
L’auspicio è che dopo la rinascita di Palazzo dei Priori e della sala del Mappamondo, in seguito al sisma, questo quadro possa essere il simbolo della ripartenza per l’arte e la cultura nei musei di Fermo.

Questo restauro «contribuisce a ridonare maggiore bellezza anche alle opere custodite all’interno della Pinacoteca civica», chiude la Lanzidei.

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